'Ombrina Mare' e polemiche: nuovi 'no' e la 'battaglia' Confindustria-associazioni

Il progetto nel 'cuore' della Costa dei Trabocchi sempre al centro dell'attenzione

Marina Recinelli
19/03/2013
Attualità
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Cresce e si irrobustisce il fronte “antiombrina”. Dopo le associazioni ambientaliste e la Confcommercio, dopo i Comuni costieri di Abruzzo e Molise, a schierarsi contro l’avvio di attività estrattive lungo la costa teatina anche la Cia, la Confederazione Italiana Agricoltori della Provincia di Chieti.

“Se Ombrina 2 non venisse bloccato, l’Abruzzo diventerebbe un polo di estrazione di petrolio e gas, un petrolio oltretutto che deve essere desolforato”. Preoccupanti gli 'effetti collaterali' legati all’attività degli impianti estrattivi: “Gli impianti estrattivi, sia a mare che a terra e il processo di desolforazione, comportano un grave peggioramento della qualità dell’aria, dell’acqua e del terreno, e vanno a minare le nostre maggiori risorse: il territorio, l’ambiente ed il paesaggio che sono alla base di un’agricoltura di qualità e del turismo. L’acqua della Maiella è una delle migliori e di eccellenza sono anche molte delle produzioni tipiche del nostro settore agroalimentare – evidenzia la Cia - Molte aziende stanno valorizzando al meglio tali produzioni all’interno di un circuito di promozione turistica, produzioni alle quali molti giovani si stanno avvicinando per sfuggire alla crisi. Occorre non solo bloccare Ombrina Mare per evitare un rischio mortale per il nostro mare, per la nostra agricoltura e per il nostro turismo – prosegue la Cia - ma avanzare proposte per la tutela e valorizzazione continua del territorio. Fondamentale l’istituzione del Parco nazionale della Costa Teatina, ricomprendendo al suo interno le aree costiere marine. Agire in senso contrario alla difesa del territorio e delle sue tipicità ed eccellenze è una gravissima responsabilità che la Regione Abruzzo si assumerebbe”.

Intanto, ieri, in Consiglio provinciale, il gruppo del Pd ha espresso voto contrario al progetto Ombrina Mare 2. “Vogliamo ridisegnare il modello di sviluppo del nostro territorio – ha dichiarato il capogruppo Camillo D’Amico - Se il turismo è la scommessa vincente, vanno finanziati gli interventi per infrastrutturare la costa, bisogna procedere all’attuazione del progetto di rigenerazione, nell’ambito dei vincoli urbanistici per evitare le facili speculazioni edilizie, e definire il rebus sul parco nazionale. Dal Pd anche la proposta per la creazione di un’Agenzia provinciale allo scopo di uniformare la programmazione dello sviluppo del territorio”.

E, intanto, prosegue la polemica a distanza tra Confindustria e Legambiente e WWF sul progetto.

In una nota l'associazione degli industriali contesta la definizione di "raffineria galleggiante". Si legge in una nota: "Ombrina non è una raffineria galleggiante. Tra l’altro non ne esistono al mondo. Ombrina mare sarà un centro di pretrattamento oli. Per ricorrere ai dizionari cari al fronte del no al progetto che in un comunicato allarmano la comunità, annunciando l’imminente realizzazione di una raffineria galleggiante, invitiamo tutti a confrontare la terminologia con altre fonti. Ombrina è un centro di pretrattamento oli. È di questo che stiamo parlando. Ed è su questo che è necessario intavolare un confronto chiaro, serrato, capillare e competente per informare la comunità in modo responsabile su contenuti, impatto e conseguenze del progetto Ombrina Mare sul territorio abruzzese".

Per le due associazioni Ombrina "è una raffineria in cui si realizza una delle fasi più impattanti a livello ambientale, quella che necessita di una fase di incenerimento. Pertanto, agli abruzzesi va detto in maniera chiara che si vuole realizzare una raffineria galleggiante di fronte alla loro costa".

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