Le acque del Fiume Trigno? Simili a quelle di una fogna, secondo le analisi dell'Arta diffuse dal WWF.
E' quanto si evince da una dettagliata nota diramata dalla sezione abruzzese dell'associazione ambientalista.
"Le acque del fiume Trigno - vi si legge - sono simili a quelle di una fogna, addirittura con presenza di salmonella. Il WWF, nell'ambito dell'accesso agli atti relativo alla questione della potabilizzazione delle acque del fiume Trigno, ha ottenuto i referti dei monitoraggi avvenuti tra il 2011 e il 2012 volti alla classificazione del fiume ai fini della potabilizzazione delle sue acque a scopo idropotabile. L'associazione sta studiando attentamente le carte ricevute dai vari enti. In questa fase si è concentrata sulla qualità delle acque del fiume al punto di captazione di Lentella, prima della successiva potabilizzazione. Pertanto è bene sottolineare che il presente comunicato si riferisce unicamente alla valutazione dello stato delle acque del fiume al momento della captazione e non già a quelle poi distribuite a seguito di trattamento, sulle quali torneremo più avanti in considerazione della mole di materiale da esaminare e della delicatezza della questione. I referti sono quelli relativi al monitoraggio obbligatorio per legge ai fini della classificazione del fiume Trigno per l'utilizzo delle acque ai fini idropotabili previa potabilizzazione.
Per il fiume Trigno la classificazione è partita nel 2011 e si è conclusa nel 2012, con prelievi a periodicità di solito mensile o bimestrale.
In diversi periodi dell'anno il fiume Trigno ha presentato parametri di tipo microbiologico degni di una fogna, con punte di coliformi di 100.000 (per il prelievo del 25 luglio 2011) e 80.000 (per il prelievo del 6 marzo 2012) U.F.C.(Unità Formanti Colonia, l'unità di misura usata per questo parametro, n.d.r.) per 100 Ml di acqua. Anche a luglio 2012 i valori erano estremamente alti (15.000 UFC/100Ml, per il prelievo del 16 luglio 2012) a testimonianza del permanere di condizioni ambientali critiche. A mero titolo di esempio al momento di autorizzare uno scarico il valore consigliato dal D.lgs.152/2006 è di 5.000 U.F.C./100 Ml, valore routinariamente fissato nelle autorizzazioni allo scarico da parte degli enti quale limite da rispettare. Valori quali quelli trovati dall'Arta per il Trigno sono tipici di scarichi non trattati, come le acque di fogna. Inoltre si segnala la presenza in diversi periodi dell'anno di Salmonella (come ad agosto 2011, ottobre 2011 e gennaio 2012).
Il WWF fa notare che in caso di presenza di Salmonella in diverse aree italiane sono immediatamente scattate ordinanze sindacali e provinciali (a mero titolo di esempio si allegano 6 ordinanze delle decine che è possibile facilmente rintracciare tramite google) con pesanti divieti (tra cui l'uso dell'acqua per irrigazione e la pesca). Ci si chiede se e quali provvedimenti siano stati presi in tali occasioni per il Trigno dalle varie autorità competenti".
Dichiara Augusto De Sanctis, referente acque del WWF “La situazione del fiume Trigno è, purtroppo, simile a quella di tanti altri fiumi abruzzesi. Continuiamo a pensare di poter trattare i corsi d'acqua esclusivamente come ricettacolo dei nostri reflui e come fonte di acqua per le attività produttive, come se la risorsa fosse inesauribile. Il Trigno, oltre a ricevere scarichi spesso non trattati o trattati in maniera inefficiente, è sottoposto a numerose captazioni che ne riducono la portata abbattendo la sua capacità di auto-depurazione. In questa situazione, peraltro nota da molti anni, tanto che avevamo segnalato nel dossier fiumi 2010 il peggioramento della qualità delle acque di questo fiume tra il 2008 e il 2009, appare quantomeno sorprendente che le attività di classificazione del fiume a Lentella per fini idropotabili risalgano al 2011-2012. Questo aspetto risalta ancora di più alla luce della decisione finale sulla classificazione dell'ottobre 2012 che ha sancito l'impossibilità di potabilizzare le acque del Trigno dalla captazione di Lentella.
La classificazione dovrebbe, a nostro avviso, precedere qualsiasi utilizzo, soprattutto in presenza di una situazione ambientale compromessa. Inoltre ricordo che il comma 11* dell'art.23 della Legge regionale 31/2010 prescriveva un'attività di comunicazione al pubblico della procedura di classificazione che non ci risulta essere mai avvenuta, tanto che abbiamo dovuto fare un accesso agli atti per ottenere i referti. La legge prevede che devono essere pubblicati entro una settimana (!) sui siti web dei vari enti, che devono organizzare anche incontri pubblici. Anche solo questo aspetto della vicenda è per noi molto grave poiché colpisce il diritto dei cittadini ad essere costantemente informati su questioni fondamentali per l'esistenza come l'approvvigionamento idrico”.