ABUSI EDILIZI, IL CASO E' SEMPRE APERTO

Paola Cerella
12/01/2007
Attualità
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''The day after'' tutto tace. Dopo il sequestro preventivo, disposto dall'autorità giudiziaria di Vasto, dell'edificio in fase di realizzazione in località Casarza, ci si sarebbe aspettati, come minimo, una dichiarazione da parte dell'Amministrazione comunale. Come si ricorderà, infatti, a seguito di articolate indagini condotte dai Carabinieri, la magistratura ha accertato che l'Ufficio Urbanistica del Comune ha rilasciato il permesso a costruire l'edificio sequestrato su un'area ricadente in zona ad altissimo rischio idrogeologico (le famigerate aree R4), in violazione, quindi, della legge regionale. Come è stato possibile ciò e di chi sono le responsabilità? Dal Palazzo di Città, per il momento, non è giunto alcun chiarimento. A quanto pare, il sindaco Luciano Lapenna starebbe aspettando di avere in mano tutte le carte per pronunciarsi. I cittadini, dunque, per ora devono accontentarsi di quanto ha dichiarato il comandante della Compagnia Carabinieri di Vasto, il capitano Giuseppe Loschiavo, il quale, nel preannunciare clamorosi sviluppi della vicenda, ha precisato che le indagini da tempo in corso ''mirano a far luce sulla 'facilità' con cui, in passato, sono stati rilasciati permessi a costruire su aree sottoposte a vincoli''. Frattanto, l'edificazione senza regole a Vasto non è sfuggita neppure allo sguardo del nostro vescovo, mons. Bruno Forte, che l'altra sera, nel corso di un convegno svoltosi a San Salvo, ha richiamato l'attenzione dei presenti sulla cementificazione selvaggia a Vasto, precisando che ''prima o poi, dovremo chiederci di chi sono le responsabilità''.

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