Il Comune ha perso la battaglia contro le recinzioni degli stabilimenti balneari. Mettendo fine ad una querelle che si trascinava dal 2009, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso dei titolari del Lido del Sole, struttura di proprietà della famiglia Sallese, ribaltando una precedente sentenza del Tar di Pescara di tutt’altro tenore. Mentre i magistrati abruzzesi avevano ritenuto legittimo l’operato del Comune che aveva subordinato il rinnovo della concessione demaniale alla eliminazione della recinzione, i giudici romani hanno basato il loro verdetto su una leggina regionale voluta dal centrodestra che consente ai balneatori di mantenere le reti metalliche intorno alle strutture. Tale normativa, intervenuta in corsa d’opera, non era stata ancora varata quando il Comune ha emesso il provvedimento impugnato dagli operatori turistici.
“Siamo assolutamente convinti della bontà dell’azione intrapresa la cui finalità era quella di tutelare il paesaggio e di consentire il libero accesso al litorale”, ribadisce l’assessore all’Ambiente, Anna Suriani (Sel), “le recinzioni oltre ad essere antiestetiche sono un ostacolo ai bagnanti che vogliono raggiungere la spiaggia. Quella che l’amministrazione comunale ha ingaggiato è stata una battaglia di principio per la difesa di un bene pubblico che ha trovato il forte sostegno nell’opinione pubblica. Purtroppo è intervenuta in seguito una leggina, che non esito a definire ad personam, che ha cambiato le carte in tavola”, conclude la Suriani.
Le modifiche sono state introdotte nel 2010 su proposta dei consiglieri regionali Antonio Menna (Udc) e Giuseppe Tagliente (Pdl). Consentono ai balneatori che non hanno rimosso le recinzioni di mantenerle e a chi le ha tolte su ordinanza del sindaco o su sentenza sfavorevole del Tar di ripristinarle, purché non siano alte più di un metro e 80 centimetri e distino al massimo 10 metri dalla struttura principale (il bar) della concessione balneare.
Secondo i titolari dei lidi, le reti sono necessarie per proteggere gli stabilimenti dagli atti vandalici. Il braccio di ferro tra Comune e balneatori và avanti dal 2007 tra ordinanze di demolizione e ricorsi. Uno scontro che ha trovato il suo epilogo al Consiglio di Stato.