Criminalità ed investimenti: a Vasto il denaro dei Casalesi per un residence in costruzione

L'inchiesta coordinata dalla Procura di Napoli

Agi (Agenzia Giornalistica Italia)
11/01/2013
Attualità
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Nessuna denuncia da parte delle vittime è arrivata ai Carabinieri che stavano indagando sulle estorsioni commesse dalla fazione Schiavone del clan dei Casalesi a commercianti e imprenditori dell'agro Aversano.

Ma ci sono 20 arrestati tra Aversa e Trentola Dugenta che devono rispondere del reato di estorsione in quanto, negli appuntamenti tradizionali di Natale, Pasqua e Ferragosto, andavano in giro a chiedere 'soldi per i carcerati', a volte indicando che erano stati mandati 'da Casale' per permettere alle vittime di essere 'messi a posto'.

I pm di Napoli, inoltre, hanno scoperto che il denaro del clan dei Casalesi era stato investito a Vasto, in Abruzzo, con la costruzione di un residence 'Da Alessio'.

Questo e altro emerge nell'ordinanza firmata dal Gip Alberto Capuano che contesta agli indagati reati che vanno dalla detenzione di armi, all'estorsione e al riciclaggio di autovetture, con l'aggravante di aver agito per favorire il clan; 60 le auto che sarebbero state oggetto di riciclaggio. Durante le indagini, è stato ricostruito anche un sequestro di persona ai danni di un affiliato, organizzato ed eseguito da calabresi per un 'recupero credito'. Gli edifici di Vasto, invece, erano stati costruiti con risorse finanziarie dell'imprenditore Luciano D'Alessio, il quale aveva ricevuto denaro dal nipote acquisito Salvatore Orabona (che ha sposato la figlia del fratello), ritenuto capozona a Trentola Ducenta dei Casalesi. Orabona, il 12 dicembre del 2008, fu vittima di un agguato organizzato dal superkiller Giuseppe Setola.

D'Alessio, in passato anche consigliere comunale a Trentola, avrebbe ricevuto "un rilevante e occulto conferimento in societa'" scrive il Gip nelle sue 341 pagine di ordinanza "e risorse finanziarie stimabili come equivalente al 70% della partecipazione societaria della Fabiana Costruzioni srl, societa' dedita alla realizzazione di 16 appartamenti e 4 locali commerciali a Trentola, via Roma. Impiegava ingenti fondi di provenienza delittuosa in attività economiche, cosi' compiendo operazioni materiali per occultare l'origine.

Provvedimenti cautelari per Pietro Falcone, Salvatore Orabona (già detenuto), Luigi Del Prete, Pasquale Rinaldi, Nicola Pota, Giovanni Pirozzi, Domenico Menditto, Enrico Ponari, Gianluca Nacca, Gaetano De Biase, Antimo Scuotto, Giuseppe Iorio. Ai domiciliari Carlo Tagliafierro, l'imprenditore D'Alessio, Andrea Valentini, Luigi Domenico Peterecca, Roberto Sperati, Carlo Tavoletta, Antonio Del Prete e Carmine Verde.

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