Tra degrado, 'strani' ritrovamenti ed abbandono interrogativi aperti sul 'destino' del Palazzo Genova Rulli

L'edificio è in possesso, a titolo di comodato d'uso, del Comune di Vasto. Ma nessun intervento è stato pianificato

a cura della redazione
07/11/2012
Attualità
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Alcuni ritrovamenti e 'strani' simboli (e tra questi una bambola attaccata ad un filo penzolante dal soffitto con una stella a cinque punte in fronte ed un braccio in bocca) per alcuni fanno pensare all'effettuazione di riti satanici. 

 

Più in generale è la conferma all'indecoroso stato di degrado ed abbandono in cui versa l'edificio, storico, presente al centro di Vasto, il Palazzo Genova Rulli, nell'omonima via nel quartiere Porta Nuova.

 

Degrado ed abbandono, a più riprese negli ultimi anni, denunciato e, appena qualche mese fa, richiamato dal sacerdote vastese don Michele Ronzitti che chiedeva 'lumi' sul 'destino' del complesso. "Vedere tutto l’edificio andare in rovina fa male a me ad a tutti i cittadini vastesi", scriveva don Michele.

 

Sulla vicenda, in queste ultime ore, si registrano la denuncia dei ritrovamenti, sul sito di informazione da lui diretto (vastonotizie.it), del consigliere comunale Nicola Del Prete (Futuro e Libertà) ed il successivo intervento del portavoce vastese dell'associazione 'Codici Abruzzo', Riccardo Alinovi, che chiede a Procura e forze dell'ordine di non lasciare cadere nel vuoto quanto segnalato. 

 

Da parte sua l'ex consigliere comunale e giornalista, Nicola D'Adamo, che da alcuni giorni sul blog da lui curato, 'NoiVastesi' si occupa di Palazzo Genova Rulli (dunque nessuna coincidenza con gli interventi ultimi), torna a sollecitare risposte in merito alla 'gestione amministrativa' del Palazzo Genova Rulli.

 

D'Adamo sottopone diversi interrogativi a sindaco, giunta e consiglieri comunali vastesi. "Credo sia giunta l’ora - scrive - di far sapere alla cittadinanza cosa vuol fare il Comune del Palazzo Genova Rulli a Porta Nuova. Ricordiamo che il Consiglio comunale di Vasto con delibera 47 del 3 agosto 2005 decide di acquisire in comodato d’uso il palazzo Genova Rulli a Porta Nuova. In data 31 gennaio 2006 tra Comune (Amministrazione Pietrocola) e Seminario Arcivescovile di Chieti-Vasto è sottoscritto il 'contratto di comodato d’uso'. I dettagli sono i seguenti: 'Il comodato avrà la durata di 60 anni, oltre a due anni per ogni 500.000 euro investiti, fino ad un totale massimo di ulteriori 20 anni”; al Comune viene riconosciuto il diritto di prelazione in caso di vendita o affitto; passati 15 anni, qualora il comodatario non avesse dato corso ad alcun tipo di azione finalizzata al recupero, il Comodante può recedere dal contratto; Il Comune di Vasto si obbliga ad effettuare tutti gli interventi di recupero e restauro conservativo necessari per completo ripristino della fruibilità dell’immobile da eseguire a propria cura e spese. A giugno 2006 - ricorda e ricostruisce i passaggi della vicenda D'Adamo - subentra l’Amministrazione Lapenna e dell’argomento non si discute mai seriamente, tanto che il piano di Recupero del Centro Storico del prof.  Cervellati non prevede interventi e non assegna funzioni al prestigioso complesso edilizio, che tra l’altro ha aumentato il suo valore con la disponibilità del confinante vecchio Istituto d’Arte di proprietà comunale. Chi scrive, all’epoca consigliere comunale, in data 30.6.2009 ha presentato una interrogazione al sindaco: la risposta di Lapenna è stata che, al di la del problema dei soldi che non ci sono, il Comune non poteva intervenire su un immobile che 'non era di sua proprietà', ventilando anche il rischio di un eventuale intervento della Corte dei Conti. Non contento di questa risposta, lo scrivente in data 26.3.2010 ha presentato un’altra interrogazione per 'essere messo a conoscenza dei seguenti aspetti: se effettivamente il Comune 'in termini legali' è nella impossibilità di intervenire sul complesso Genova Rulli; se tale impossibilità sia stata già verificata con quesito alla Corte dei Conti e quale sia stata la sua risposta; e se le cose stanno come ha detto il sindaco in aula (non si può intervenire perché non è un bene di proprietà del Comune) quale sarà il futuro del complesso Genova Rulli, tenuto anche conto che la cittadinanza si aspetta da anni una valorizzazione dello storico complesso'. La risposta del sindaco in aula fu che 'in termini legali' non avendo la proprietà  il Comune non poteva intervenire (non dicendo comunque se era stato posto un quesito alla Corte dei Conti).  Il consigliere  Tagliente aveva poi chiesto la parola smentendo il sindaco e dicendo che se ne sarebbe discusso in un altro Consiglio comunale. A tutt’oggi, dopo 2 anni e mezzo, l’argomento non è stato ripreso, da nessun assessore, da nessun consigliere. E intanto la bellissima struttura deperisce".

 

 

La conclusione di D'Adamo: "L’obiettivo di questa lettera aperta è di chiarire una volta per sempre se il Comune può intervenire oppure no in un immobile 'non di sua proprietà'. Se legalmente il Comune non può intervenire, allora bisognerebbe chiedere al vescovo di cedere l’intera struttura. Non avanziamo ipotesi sull’utilizzo del Genova Rulli perché le possibilità sono veramente tante. Bisogna però prima acquisirlo e poi ristrutturarlo. C’è tempo!".

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