Le zanne dei cinghiali tagliano come coltelli. Lo sa bene un cacciatore di Lentella che domenica scorsa ha vissuto una spiacevole esperienza.
L’uomo, 54 anni, è uscito di buon ora insieme agli altri membri della squadra per una battuta di caccia al cinghiale. Una pratica ritenuta spesso barbara e crudele (e, forse, qualcuno leggerà nell’episodio la vendetta della preda designata) ma che vanta tanti appassionati.
Luogo dell’uscita un vallone nel territorio di Fresagrandinaria. Qui il cacciatore è rimasto solo ad attendere il passaggio degli animali spinti dalla sua parte dai colpi di fucile dall’alto. Uno, due, tre colpi e gli esemplari vengono finiti, ma un ungulato sbuca lateralmente dalla vegetazione e lo colpisce con una delle zanne all’altezza della cinta.
Sarà per il suo fisico corpulento, sarà per la tensione di quegli attimi, ma il cacciatore non si rende conto subito della ferita e tantomeno sente dolore. Il cinghiale, che in un primo momento sembrava allontanarsi, torna alla carica forse sentendo l’odore del sangue del cacciatore che lo abbatte un attimo prima che gli piombi addosso.
Così l’uomo raggiunge il resto della squadra che atterrisce di fronte al compagno che pare non essersi reso conto della gravità della situazione: i pantaloni sono completamente intrisi del suo sangue, così come anche le scarpe. Nonostante ciò il 54enne dice di stare bene. Vengono avvertiti i famigliari. Quasi a forza lo convincono al trasporto urgente all’ospedale 'San Pio da Pietrelcina' di Vasto. Qui gli riscontreranno un taglio di 15 centimetri di larghezza e di ben 5 di profondità. Ci vorranno più di 20 punti di sutura. Un’avventura che poteva trasformarsi in tragedia. Sarà lo stesso medico che lo ha curato a confermare ai cari dell’uomo che il lieto fine è stato possibile solo grazie alla stazza e all’adipe addominale che ha evitato lesioni agli organi vitali.
Una corporatura un po’ più esile e il finale sarebbe stato diverso. Tuttora l’uomo mostra tranquillità parlando dell’episodio, a differenza degli amici ancora terrorizzati che gli fanno visita.