Doveva essere la scuola infermieri di riferimento nel Vastese, voluta da Remo Gaspari nella sua Gissi, ma la struttura – di proprietà della Asl – è ancora lì, a qualche metro dall’ospedale, mai entrata in funzione. Come tanti altri casi – vedi autoporto e parcheggio multipiano di San Salvo ed edificio Asl in zona Sant’Onofrio a Vasto – è uno dei residui di quell’epoca di vacche grasse protrattasi fino a fine anni ’90, durante la quale l’imperativo era costruire. Anche non conoscendo l’utilità e il destino dei nuovi edifici. Oggi la cinta si è stretta intorno agli enti pubblici ed è arduo, se non impossibile, dare nuova vita agli stabili vuoti nel frattempo danneggiati da agenti atmosferici, vandali e ladri.
In questo caso la futura scuola infermieri è stata completata nel ’97 – con una spesa di 3 miliardi di lire circa –, i problemi si sono presentati da subito. «Dopo la realizzazione ci sono state infiltrazioni d’acqua che ne hanno impedito l'utilizzo», spiega l’assessore comunale Carlo Gaspari. Lo conferma anche il sindaco di Gissi, Nicola Marisi: «Nello stesso posto si doveva aprire una lavanderia. Non se ne fece niente perché c’era carenza d’acqua, poi si scoprì che invece ce n’era troppa. Prima i corsi per diventare infermieri si tenevano nei presidi ospedalieri, poi sono stati inglobati dall’università».
In tempi più recenti c’è stata l’ipotesi di aprirvi una residenza per anziani, subito tramontata. L’ospedale intanto è stato ridimensionato e una eventuale Rsa (se ne parla per l’inizio del 2013) occuperà un’ala del terzo piano del nosocomio.
E i tre piani della scuola infermieri mai aperta? Difficilmente saranno utilizzati. Il dirigente dell’ospedale, Fioravante Di Giovanni, è molto scettico a riguardo; il sindaco di Gissi propone di spostarvi quegli uffici per i quali oggi la Asl paga l’affitto, ma è difficile pensare a un loro spostamento nell’entroterra. L’assessore comunale Gaspari ricorda che «i dirigenti della Asl hanno fatto un sopralluogo al massimo due anni fa, da allora niente». Lo stabile mostra i segni del tempo, ma è in condizioni migliori rispetto ad altri beni abbandonati. Porte e finestre sono aperte. Di certo la rete elettrica funziona. Le luci esterne e i faretti che ne circondano il perimetro sono accesi, in pieno giorno. All’interno i segni del tempo non sono così evidenti, le stanze sono completamente vuote. Il seminterrato, invece, è allagato. Lo stesso Gaspari conferma che l’aspirazione dell’acqua fuori dall’edificio è andata avanti per qualche tempo prima di arrestarsi del tutto. E, a prova di ciò, al piano superiore le pompe di aspirazione giacciono a terra.
Oggi l’illuminazione esterna accesa anche di giorno non contribuisce a donare una speranza di nuova luce per la scuola infermieri mai aperta. Spegnerla definitivamente eviterebbe un ulteriore spreco.