Traffico internazionale di armi e droga: primi sviluppi giudiziari dopo la serie di arresti

Iniziali interrogatori per le due persone del Vastese coinvolte nell'operazione dei Carabinieri di Varese

Paola Calvano
17/09/2012
Attualità
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Un articolato dossier ricco di nomi, luoghi e circostanze. L’ordinanza di custodia cautelare recapitata nel carcere di Lanciano a Eugenio Ferrazzo, 34 anni, di Mesoraca (Crotone), figlio dell’ex pentito della ’ndrangheta Felice, 59 anni, per “traffico internazionale di armi e droga dalla Svizzera all’Italia” è un faldone di centinaia di pagine.

 

Accuse precise e circostanziate davanti alle quali l’indagato, comparso sabato mattina davanti al Gip, Massimo Canosa, ha preferito tacere. Assistito dall’avvocato Giovanni Cerella, Ferrazzo si è avvalso della facoltà di non rispondere.

 

«L’ordinanza che racchiude le contestazioni è piuttosto articolata e ripercorre un lasso di tempo di due anni. Ferrazzo risponderà alle accuse con una memoria difensiva che sarà redatta non appena avrò letto con attenzione il fascicolo», fa sapere l'avvocato Cerella. «Va comunque precisato che questa vicenda non è affatto collegata all’arresto eseguito a San Salvo nel 2010 per detenzione e spaccio di droga. Inoltre il mio cliente non conosce le persone arrestate tre giorni fa con lui su ordine del Gip di Milano, Donatella Banci Buonamici. Non ha mai avuto contatti con Francesco Scicchitano, 63 anni, di Crotone; Cristian Margiotta, 32 anni, di Milano; Donato Santo, 27 anni, di Jesolo; Alfio Privitera, 54 anni, catanese residente a Lozza; Salvatore Ferrigno, 49 anni, di Uboldo. Non conosce il vastese Mirko De Notaris, 36 anni», afferma categorico Cerella. Una affermazione che conferma quanto dichiarato dal difensore di De Notaris, l’avvocato Massimiliano Baccalà. «De Notaris non c’entra nulla con questa storia. Ha solo avuto l’imprudenza di forzare due anni fa un posto di blocco a Dalmine. Spero possa tornare presto in libertà».

 

A distanza di 4 giorni dal blitz, il nuovo arresto di Eugenio Ferrazzo e del padre Felice continuano a tenere banco sulla riviera da Vasto a Termoli. Gli investigatori sono certi che per qualche tempo i Ferrazzo avessero trasferito gli interessi in Abruzzo e in Molise. «Devo leggere attentamente le contestazioni per rispondere a dovere», taglia corto l'avvocato Cerella.


Il muro del silenzio probabilmente verrà interrotto al termine di tutti gli interrogatori di garanzia. In particolare saranno importanti le dichiarazioni di Francesco Scicchitano, 63 anni di Pianopoli, ritenuto figura cardine e intermediario fra il canale svizzero di importazione delle armi e i vari presunti acquirenti, fra i quali proprio Eugenio Ferrazzo.

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