Ombrelloni chiusi simbolicamente contro la direttiva Bolkestein: la protesta dei balneatori

Adesioni degli operatori di zona sulle spiagge del Vastese

a cura della redazione
02/08/2012
Attualità
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Ombrelloni chiusi, domani mattina, venerdì 3 agosto, fino alle ore 11, per coloro che parteciperanno alla protesta contro la direttiva europea Bolkstein, che farebbe correre il rischio, a detta dei balneatori, "di consegnare le nostre spiagge alle multinazionali".

 

La categoria, che conta lungo i 103 chilometri di costa abruzzese oltre 800 piccole e medie imprese per lo più a conduzione familiare, si prepara a questo «sciopero» in piena estate con i gestori degli stabilimenti che terranno chiusi gli ombrelloni fino alle 11.

 

Nel Vastese programmato un incontro pubblico, a San Salvo Marina, al Lido Il Panfilo, dalle 10.30, alla presenza del presidente provinciale di Fiba-Confesercenti Panfilo Tascione e del direttore territoriale di Confesercenti Vasto-San Salvo Simone Lembo.

 

Alla manifestazione di protesta aderisce il Consorzio Imprese Turistiche della Costa Teatina. Di seguito la nota del presidente del sodalizio, Generoso Leonzio che parla di "sciopero per scongiurare la fine di un'epopea turistico-balneare tutta italiana". Scrive Leonzio: "Sì, purtroppo, questo è quello che verosimilmente accadrà. Da qualche anno è partito il tormentone, e non solo estivo, della direttiva servizi che, con un colpo di spugna, mette in crisi un intero sistema economico–occupazionale, quello turistico-balneare. Per un Paese come il nostro che è una penisola e dove nei suoi due terzi si è creato un comparto d’offerta turistica d’eccellenza con delle caratteristiche uniche come la valorizzazione della territorialità, la fidelizzazione del turista, la familiarità nell’accoglienza, la conservazione ambientale, la tutela occupazionale e la salvaguardia della pubblica incolumità sulle spiagge, le conseguenze saranno, a dir poco, disastrose. In nome del diritto di stabilimento e della libera concorrenza, peraltro principi già noti al nostro codice della navigazione, si vogliono 'liquefare' delle vere e proprie aziende realizzate nel rispetto dell’impianto normativo esistente, investendo i propri averi compresi i debiti; il proprio lavoro e quello di tutta la famiglia; le proprie energie, speranze ed aspettative, credendo, con cipiglio talvolta folle, che un lembo di arida sabbia potesse produrre qualcosa. Di certo, sino ad oggi, non è stato facile mandare avanti un’azienda districandosi in un groviglio di leggi e normative sempre più incalzanti ed ingarbugliate, ma la direttiva Bolkestein è stata, di sicuro, la goccia che ha fatto traboccare il vaso! Tutti gli operatori turistici balneari, le associazioni di categoria, le Regioni, le Province ed i Comuni hanno intentato una strenua difesa ed infaticabile azione di sostegno al turismo balneare, all’economia balneare, all’occupazione balneare e alla tutela territoriale locale demaniale. Numerosi sono stati gli ordini del giorno approvati all’unanimità dalle Regioni, Province e Comuni per chiedere al Governo di rinegoziare le condizioni con l’Unione Europea e per reistituire, così come garantito dai Ministri Moavero Milanesi e Gnudi il 23 febbraio scorso, il tavolo tecnico tra Stato–Regioni–Organizzazioni Sindacali. E zelanti sono sempre stati le Regioni, in persona dei delegati nazionali al demanio Marilyn Fusco e al Turismo Mauro Di Dalmazio, le Province, nella persona del delegato nazionale al demanio Angelo Vaccarezza, i Comuni, con il delegato nazionale al demanio dell’Anci Luciano Monticelli e le Associazioni di categoria con i loro membri tecnici quando hanno preteso un 'vis à vis' con i Funzionari Europei a Bruxelles per avere risposte chiare e per rappresentare le reali ragioni dell’Italia. Ma il Governo è rimasto sordo e muto! Ora vedremo se sarà anche cieco, quando il 3 agosto ci sarà lo sciopero degli stabilimenti balneari e la conseguente astensione dal servizio su tutti i lidi attrezzati d’Italia! Contrariamente alle nostre abitudini e scusandoci, sin d’ora, per i disagi che causeremo alla clientela ed al turista in genere, faremo sciopero per un paio d’ore ed in questo forte gesto di protesta saranno al nostro fianco i sindaci dei Comuni costieri da San Salvo ad Alba Adriatica che con la bandiera comunale e quella del salvamento a mezz’asta, simbolicamente ma con determinazione, si schiereranno a difesa del lavoro e dell’occupazione creata dall’impresa turistico–balneare italiana".

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