“Si può pretendere di far parte dei cosiddetti Paesi civilmente sviluppati se, da un lato, i relativi cittadini faticano ad avere cura del proprio territorio e, dall’altro, le istituzioni, con un atteggiamento lassista, non sono in grado di porre in essere strumenti di tutela del territorio stesso?”
E’ l’interrogativo che pone Marco Stampone, portavoce del Comitato Piano di Marco, quartiere periferico a sud dell’abitato di Vasto.
“Chi scrive – aggiunge - risiede in un quartiere ai margini, ahimé, non solo geografici ma anche amministrativi della città di Vasto nella frazione di Piano di Marco; ebbene siamo attraversati da una strada provinciale ormai divenuta, quasi per tutto il tratto che ci riguarda, una discarica a cielo aperto. Fin dalla costituzione del relativo comitato di quartiere ci siamo rivolti all’amministrazione comunale affinché si risolvesse l’odioso problema dei rifiuti abbandonati lungo il ciglio della strada da individui intolleranti alla raccolta differenziata partita, ormai da un po’ di tempo, nella vicinissima San Salvo. Ci è stato riferito che trattandosi di strada provinciale, la competenza per interventi straordinari spetta alla Provincia; da bravi cittadini dopo esserci rivolti alla Provincia, veniamo informati, invece, che la competenza per la raccolta dei rifiuti è del Comune. Nel rimpallo delle competenze l’amara realtà è che la condizione in cui versa il tratto di strada peggiora di giorno in giorno. Noi residenti di Piano di Marco oltre ad essere amareggiati per il protrarsi di questa situazione, divenuta ormai insostenibile, proviamo un profondo senso di vergogna e disagio, in primo luogo per il fatto oggettivo di essere lasciati soli come cittadini in tale condizione di degrado e, in secondo luogo, nei confronti di quei turisti che nel trascorrere le loro vacanze nei nostri territori (nella frazione vi sono due attività ricettive: un bed and breakfast e un ristorante-pizzeria) scoprono tali ‘abitudini’ poco nobili (per usare un eufemismo). Come Comitato di quartiere abbiamo, fin dall’inizio, suggerito proposte all’amministrazione comunale per cercare di arginare tale fenomeno: segnaletica di divieto di scarico rifiuti, predisposizione di videocamere in punti ‘sensibili’, periodica bonifica del tratto stradale avvalendosi, magari, dell’aiuto di volontari o di detenuti poiché spesso ci viene detto che mancano i fondi. Ad oggi, purtroppo, nessuna delle nostre sollecitazioni è stata considerata degna di applicazione, dunque facciamo ulteriore appello al sindaco e alla giunta comunale – conclude Stampone - affinché trovino modi e tempi per agire efficacemente e dare un segno tangibile di presenza sul territorio”.