''I miei risparmi li ho usati tutti nella cura dei poveri e nella manutenzione del convento, più di 70 milioni di vecchie lire oltre al mio assegno di colonnello dell'esercito in congedo, 1.600 euro al mese''. Rompe il riserbo Padre Benedetto Ferrante, 69 anni, frate francescano allontanato senza apparenti motivi il 7 novembre scorso dal convento di Sant'Antonio a San Buono, dove viveva da qualche anno. Turbato dagli interrogativi sollevati sulla possibilità di gestire le sue sostanze personali, l'ex cappellano militare, amatissimo nel Vastese, spazza via ogni sospetto: ''I miei superiori sanno tutto e mi avevano persino dato il loro benestare; tutto ciò che ho speso di mio a San Buono resterà ai francescani''. Parole che tornano a infiammare credenti e non, nella cittadina del Vastese e nei centri vicini, dove si registra tuttora una mobilitazione straordinaria per ottenere il ritorno del frate, attualmente a Lanciano. Per il religioso, provato e scosso, giungono attestati di solidarietà dalle comunità degli emigrati del Nord Italia e persino d'oltre frontiera.