Insediamenti di impatto a Punta Penna, a Vasto Parco Costa Teatina 'cancellato'

Grido d'allarme di Sinistra Ecologia e Libertà dopo il Laboratorio Nazionale per le Aree Protette

Marina Recinelli
14/06/2012
Attualità
Condividi su:

“Centrali a biomasse, cementificio, impianto per recupero acido esausto, rischiano di far scomparire Vasto, cuore dell’istituendo Parco della Costa Teatina. Un caso nazionale”.

 

E’ un grido d’allarme quello lanciato dal Laboratorio Nazionale per le Aree Protette di Sel. “Più che la 'foto di Vasto' rischia di scomparire Vasto con le due Riserve naturali regionali che tutelano ben 9 dei circa 19 chilometri di costa, quasi un record per un’Italia cosi’ pesantemente cementificata – afferma Sel - Rischia di scomparire il simbolo dell’istituendo Parco nazionale della Costa Teatina e subirà un colpo gravissimo il 'South European Park', perché mancherà all’Abruzzo e all’Italia l’indispensabile aggancio sulla costa alla rete costituita dai tre parchi nazionali dell’Appennino abruzzese e al Parco regionale Velino-Sirente. A rischio anche la nascente pista ciclabile costiera più lunga d’Europa, 40 km sulla costa chietina, che ha il tratto più lungo e naturalisticamente più pregevole proprio in territorio di Vasto”.

 

Secondo Sel, i nuovi insediamenti di impatto da realizzare nell'area industriale di Punta Penna, in prossimità e dentro la Riserva di Punta Aderci, rappresentano un improponibile biglietto da visita.

 

“La cosiddetta compensazione occupazionale, se mai ci sarà, sarà del tutto relativà – si prosegue nel documento elaborato da Sel - Non solo sarà a rischio l’ambiente ma tutto il delicato equilibrio tessuto in questi anni nella zona industriale fra Enti, imprenditori responsabili ed associazioni ambientaliste e culturali”. E merita un’approfondimento anche il percorso con il quale la Commissione Via della Regione Abruzzo, il 5 giugno scorso, ha dato parere positivo, seppure con prescrizioni, al progetto relativo all’impianto per acido esausto presentato dale Industrie Puccioni, dopo averlo precedentemente bocciato. “Tante le domande: perché il riesame? Perché tempi così stretti? Forse perché, fra le altre cose, scadeva al 30 giugno il termine per il finanziamento europeo?”, si interroga il partito. A minacciare la costa ed il mare abruzzesi anche da altri progetti: “il Centro Oli dell’Eni ad Ortona, la petrolizzazione di buona parte del mare prospiciente l’Abruzzo ed il Parco Nazionale del Gargano in Puglia. Altro che Abruzzo Regione Verde d’Europa, altro che 'foto di Vasto' – conclude Sel - tutto questo basta e avanza per far sì che la questione divenga un caso nazionale!”

Leggi altre notizie su Histonium.net
Condividi su: