Oltre al ricorso al Tribunale del Riesame contro i sequestri da parte della società costruttrice, la 'Cosvim', si muovono anche alcuni dei proprietari degli appartamenti 'sigillati' nel complesso 'Cono a Mare', finito nel 'mirino' della Procura per una presunta lottizzazione abusiva.
" Non ho gli strumenti né le competenze per entrare nel merito dei provvedimenti nei confronti di 'Cosvim' e degli amministratori - dice Lucio Iannone, uno dei proprietari, modenese di origine, da qualche anno trasferitosi in Molise, ad Isernia -, ma mi chiedo perché sequestrare, definendolo 'incauto acquisto' gli appartamenti quando da 9 mesi abbiamo acquistato gli stessi con regolare atto di un notaio che ci ha consegnato la licenza di costruzione e il certificato di abitabilità? Cosa dovevamo verificare più del notaio stesso per non essere colpevoli di trascuratezza? E ancora: perché, se di sequestro conservativo si tratta, negarci la possibilità di entrare nei nostri appartamenti? Chi meglio di noi proprietari può conservare al meglio gli stessi? Gli appartamenti sono stati arredati, sono stati fatti tutti gli allacci di acqua, luce e gas e volevamo goderci la bella Vasto".
Per l'avvocato Pietro Pisacane, legale della 'Cosvim', la società "ha acquisto la proprietà del suolo e l'autorizzazione a costruire dopo aver partecipato a un'asta indetta dal commissario liquidatore dell'impresa Fioroni. Il programma costruttivo ha seguito un iter legittimo. Basta guardare gli atti - aggiunge - per comprendere che la vicenda muove da un clamoroso errore di partenza che inficia l'intera impalcatura del pubblico ministero. La premessa è data dall'asserzione secondo cui il piano regolatore vigente al momento del rilascio del permesso a costruire sull'area prevedesse che l'attività edificatoria potesse essere solo di tipo 'indiretto' e quindi sarebbe stato necessario un piano di attuazione, ossia una progettazione (piano particolareggiato o di lottizzazione) seguita da un'apposita stipula. Così non è. Viceversa, l'articolo 117 delle norme tecniche di attuazione del Prg del 2005 per quella zona, denominata D7, contemplava la possibilità di realizzare alloggi con destinazione residenziale con un indice di 2 metri cubi/metro quadro. La forma di attuazione era inoltre 'diretta'".