Fedeli in rivolta a San Buono dove tiene banco l'allontanamento dal convento Sant'Antonio di padre Benedetto Ferrante, conventuale minore. Benvoluto da tutti, il francescano, ex colonnello e cappellano dell'esercito, da alcuni anni viveva in paese e, con grande energia, dando fondo, dicono, anche alla sua pensione da militare, aveva rimesso in sesto la chiesa, prima del suo arrivo aperta solo per le sante messe domenicali. Nell'annesso museo-pinacoteca, ristrutturato dalla Comunità Montana del Medio Vastese, aveva sistemato persino i quadri di famiglia per valorizzare ulteriormente il complesso sacro. A San Buono, in questi ultimi anni, i fedeli giungevano in massa anche dai centri vicini e tutti erano contenti di seguire la sua parola. Il 7 novembre scorso, come un fulmine a ciel sereno, padre Benedetto, vicino ai 70 anni, ha lasciato un messaggio di saluto sul portone del convento, poi sprangato e, in silenzio, è andato via, pare a Lanciano, richiamato dal superiore dell'Ordine. I sanbuonesi, e non solo loro, non l'hanno presa bene e sussurrano che a chiedere l'allontanamento del religioso siano stati i sacerdoti della zona, ''gelosi'' del successo di padre Benedetto. Tesi, questa, naturalmente, respinta sdegnosamente dai preti, i quali rimandano alla regola dell'ordine che imporrebbe una permanenza non illimitata nei conventi. Ma i sanbuonesi, con una punta di malizia, ribattono affermando che il predecessore di padre Benedetto, nel convento di Sant'Antonio, c'era rimasto piu' di trent'anni e che dall'alto nessuno mai aveva avuto da ridire. Sabato pomeriggio il sindaco Giuseppe Di Santo ha convocato un Consiglio comunale straordinario proprio relativamente a questo episodio ed unanime è stata la richiesta di poter riavere il presule francescano al convento di Sant'Antonio. E oggi, per protesta, molti fedeli hanno disertato pure la Santa Messa.