''Perché il popolo protesta?'' chiese Maria Antonietta, le risposero: ''Maestà, perché non ha pane'', e la regina: ''Allora mangi brioches''. Oggi i tempi sono cambiati, di pane ce n'è in abbondanza, ma continua a far protestare il popolo perché costa più delle brioches. E' quanto sta accadendo in questi giorni in molti centri dell'Alto Vastese, dove il prezzo del pane è lievitato, passando da un euro e cinquanta centesimi al chilogrammo, a due euro. Un aumento improvviso, del 33 per cento, che ha fatto storcere il naso alle massaie del comprensorio montano, alle prese giornalmente con i conti per la spesa e la gestione domestica. ''Non si capisce perché il pane e gli altri prodotti debbano aumentare in continuazione, mentre gli stipendi e le pensioni restino le stesse, anzi spesso diminuiscono'', questo in sostanza il commento unanime raccolto in giro tra negozi e mercati. Due euro per una pagnottina, quasi quattromila lire per un chilo di pane, per quanto possa avere ancora senso il confronto con la vecchia e da molti rimpianta valuta. Mentre per la pagnotta più grande, quella da due chili, si è passati dai 2,40 euro ai 3,30, con un incremento di ben 90 centesimi. Certamente i produttori avranno visto aumentare le proprie spese, dovute all'incremento dei prezzi delle materie prime, ma come sempre accade è sulle tasche del consumatore che alla fine si hanno le conseguenze più pesanti. A distanza di qualche secolo forse, si potrebbe riconsiderare la proposta della regina Maria Antonietta, perché in effetti ai nostri giorni le brioches sono diventate più economiche del pane.