Modifiche al Pai e zone a rischio che non lo sono più, nuova polemica

Articolato intervento dell'associazione civica 'Porta Nuova' a Vasto

Anna Bontempo
17/05/2012
Attualità
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Zone a elevato indice di franosità che di punto in bianco diventano edificabili grazie a provvidenziali modifiche della cartografia del Pai, il piano di assetto idrogeologico.

 

E' accaduto in passato nelle località costiere Casarza e Torricella, e continua a verificarsi in aree cittadine nonostante il territorio comunale sia notoriamente soggetto a smottamenti e frane, anche a causa della massiccia edificazione. A rivelarlo è l'associazione civica Porta Nuova che già nel 2010 aveva reso pubblica una vicenda nota soltanto agli addetti ai lavori, scatenando l'immediata reazione dell'amministrazione, la quale si affrettò a dichiarare che il Comune non aveva alcuna responsabilità, perché le modifiche erano state proposte da privati.

 

«In quella occasione, si accesero molte polemiche e vennero presi precisi impegni», ricorda Michele Celenza, presidente del sodalizio, «sia da parte del sindaco Luciano Lapenna, che annunciò azioni legali per contestare alcune scelte operate dall'autorità di bacino, sia da parte del circolo di Rifondazione Comunista, che annunciò ricorso al Tar e l'invio delle carte in procura per accertare eventuali responsabilità, oltre a un indirizzo per la giunta affinché non accogliesse ulteriori istanze provenienti dai privati. Nessuno di questi impegni ha avuto seguito».  Nel frattempo, stando alla ricostruzione fatta da Celenza in un articolato documento, il comitato tecnico dell'autorità di bacino ha provveduto a esaminare e approvare altre proposte di modifica della cartografia del Pai avanzate dal Cocon riduzione della classe di pericolosità, da molto elevata a moderata, in località San Nicola, un'altra contrada rivierasca. «Anche questa modifica è passata inosservata», prosegue il responsabile dell'associazione Porta Nuova, «eppure, al di là della minore ampiezza della superficie interessata, e dell'identità del proprietario del terreno, si trovano in essa alcuni aspetti tutt'altro che irrilevanti dal momento che la polizia giudiziaria, il 20 ottobre 2011, procede alla acquisizione della documentazione nell'ambito di una inchiesta avviata dalla magistratura. C'è da attendersi», osserva Celenza, «che il sindaco e la sua maggioranza, così come hanno già fatto due anni fa, tentino di nascondersi dietro un dito, spergiurino che loro non sapevano nulla, attribuiscano tutta la responsabilità al dirigente comunale. Lo stesso che dopo essersi dimesso è stato reincaricato nello stesso settore»

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