Pubblicato su ''Il Messaggero d'Abruzzo'', a firma di Marina Recinelli. ''Ha suscitato clamore in città la notizia delle dodici richieste di rinvio a giudizio inoltrate dal Pm presso la Procura di Bari, il dottor Marco Di Napoli, che indaga sul caso La Rana. Ultimo atto in ordine di tempo per una complessa vicenda che, dal 2003 ad oggi, ha finito con il coinvolgere un centinaio di persone. Politici e imprenditori, magistrati ed avvocati, esponenti delle forze dell'ordine e professionisti, sentiti a vario titolo dagli inquirenti che nel giugno del 2005 hanno depositato gli atti a conclusione delle indagini sull'ex Pm vastese Antonio La Rana ora sostituto procuratore generale presso la Corte d'Appello di Campobasso. Indagini in cui hanno avuto un ruolo primario le intercettazioni telefoniche. Conversazioni e mezze frasi che hanno concorso in modo decisivo alla formulazione dei capi d'imputazione, in prevalenza il favoreggiamento, a carico degli indagati. Una vicenda intricata, ricostruita in duecento pagine dal Pm Di Napoli, a tratti quasi incredibile per la rete di sospetti e presunte connivenze che, a distanza di quattordici anni, ha fatto ripiombare la città nello stesso clima avvelenato che incombeva all'epoca del ''corvo'', il misterioso autore di missive al curaro la cui identità non è mai stata svelata. Il dottor La Rana, al quale vengono contestati diversi reati in relazione a dieci distinti episodi, non perde la serenità e si dimostra fiducioso: ''Il rispetto per la toga che indosso mi impone di non esprimere giudizi sulla decisione del collega di Bari che, ovviamente, non condivido ma comunque rispetto - ha dichiarato il magistrato -. Sono particolarmente sereno perché dopo aver letto le contestazioni che mi vengono mosse e, soprattutto, le motivazioni che le sostengono, sono ancora più convinto che l'intera vicenda si risolva favorevolmente già dinanzi al Gup''. ''Per quanto concerne la posizione dei due ex cancellieri della Procura di Vasto coinvolti in questa inchiesta - ha sottolineato l'avvocato Giovanni Cerella - i fatti contestati non costituiscono reato, perciò ci sarà battaglia in sede di udienza preliminare. Dinanzi al giudice - ha aggiunto Cerella - eccepiremo l'incompetenza territoriale del Tribunale di Bari''. ''Sono sicura che dinanzi al Gup, organo imparziale ed equidistante tra le parti - ha affermato l'avvocatessa Marisa Berarducci che assiste due degli indagati, Angiolino Fanale e Piero Cunicella - la verità prevarrà sulla menzogna e che i veri responsabili di questa situazione saranno chiamati a rispondere in tutte le sedi competenti. Non sono affatto sorpresa delle richieste di rinvio a giudizio - ha aggiunto la Berarducci - è sin troppo noto come questa indagine sia iniziata e proseguita sulla base di accuse ed iniziative di un gruppo di persone accomunate, per diversi e personali motivi di inimicizia, dall'intento di voler colpire persone ritenute vicine al dottor La Rana''.