Vastesi 'migranti': uno spaccato di realtà che accomuna giovani e non

Fenomeno che ha ripreso quota, in modo particolare in questi ultimi anni

Michele Tana
20/04/2012
Attualità
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'Uaste e bbelle e tèrra d'eure, notte e jurne pènz' à ttàje’… Francesco Paolo Votinelli docet per quello che è, a conti fatti, l’”inno dei vastesi” nel mondo. Ne sono tanti, sparsi per i quattro angoli della terra. Una ‘migrazione’ che, specie in passato, ha conosciuto livelli esponenziali e rilevanti e che, ultimamente, sembra poter riprendere quota anche e soprattutto per quanto riguarda la gioventù.

 

Fenomeno che in parte rientra in quello, identificato come ‘fuga dei talenti’, ma non solo, che concretizza migliori e più efficaci opportunità di inserimento nel mercato del lavoro per tanti giovani, neo laureati e professionisti, ma che, in sostanza, riguarda anche tante persone, e non soltanto di età 'bassa', che, per svariate ragioni, non arrivano ai ‘piani alti’ dello studio e che, fuori Vasto, in altre località d’Italia e all’estero, vanno ad esercitare attività e impieghi comuni. Dall’operaio al cameriere, dal lavapiatti all’operatore di call center. Figure lavorative che, a livello generale, non sarebbe nemmeno troppo difficile trovare da queste parti. Ma allora? Perché questa ‘fuga’?

 

Le dinamiche di una società in continuo cambiamento incidono, senza ombra di dubbio; la voglia di viaggiare, di conoscere nuove realtà ed esperienze altrettanto. La precarietà del vivere quotidiano sembra spingere in tanti a provare qualcosa di diverso e in altro posto. Ma, crediamo, c’è anche una questione di fondo che non può in alcuna ragione essere sottovalutata ed è legata agli stimoli, alle prospettive che, evidentemente, tra Vasto e dintorni cominciano sempre più ad essere ‘latitanti’. Meglio fare un lavoro - dignitoso e tranquillo per certi versi - qui o, magari, farlo a Perth, a Londra, a Berlino o anche a Saint- Michel-sur-Orge (località alle porte Parigi), a Bologna o a Roma? E a molti, a parte l’amore per la propria terra e per i propri cari, quando non ci sono altre ragioni pressanti che spingono per una ‘resistenza’, il dubbio nemmeno viene. Ecco, allora, le numerose ‘incursioni’ dei vastesi in ogni dove.

 

Recentemente, grazie anche ad alcune interessanti interviste realizzate dal giornalista ed ex consigliere comunale Nicola D’Adamo sul suo blog ‘NoiVastesi’, sono venute meglio alla luce le significative esperienze ed i rispettivi percorsi affrontati nei periodi recenti da alcuni ragazzi del posto come Gaetano D’Adamo, da qualche tempo in Spagna, Michele Scopa e Abramo Marchesani, adesso in Inghilterra, Luca Perrozzi, a Ginevra, Vincenzo D’Adamo a Perth e tanti altri ce ne sono. Per una lista che, realmente, è corposa. Dati ufficiali e statistiche certe mancano, ma è chiaro che questa ‘migrazione’ è intensa e destinata anche ad incrementarsi. Si diceva della questione di stimoli. Il citato Michele Scopa, ad esempio, a precisa domanda su cosa offrisse la permanenza all’estero (Londra nella fattispecie) rispetto a Vasto conclude, dopo aver messo in evidenza le note differenze tra le due città, che il nostro non è un “posto ideale” per i giovani e, inevitabilmente, non possono che essere in tanti a mostrarsi d’accordo con la sua opinione… E anche da queste parole si può cogliere la conferma di quella che è una situazione in divenire che è sotto gli occhi di molti, ovvero la ‘parabola discendente’ di una località, Vasto, che sembra sempre più proiettata a perdere quelle qualità di località accogliente, ospitale, ben vivibile e stimolante che per lungo tempo l’hanno connotata. Non è certo l’unico posto che vive questo disagio, ci mancherebbe, ma in questo caso il ‘mal comune mezzo gaudio’ non può di sicuro essere una considerazione in qualche maniera ‘incoraggiante’.

 

Invertire la tendenza si può? Tutto è possibile, verrebbe da dire. Ma servono risorse, non solo economiche, ma prima di tutto ‘mentali’, servono cuore, amore, idee, progettazione e programmazione. In sintesi, insomma, ‘investimento nel futuro’ che, tuttavia, nel panorama attuale fatto di sterili e puerili contrapposizioni e incapacità di offrire risposte adeguate ai problemi del vivere quotidiano, non si riesce proprio a tratteggiare e scorgere…

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