I legali dell'ex assessore regionale all'Ambiente, Massimo Desiati, indagato a Sulmona nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti di Roccaraso per la quale morì suicida in carcere il sindaco Camillo Valentini, tornano a ribadire l'innocenza del loro assistito. In una nota a firma degli avvocati Giovanni Cerella ed Elisa Pastorelli, i difensori, prendendo spunto dalla notizie riportate oggi dalla stampa, tornano ad evidenziare come ''dall'esame delle carte processuali, dalle intercettazioni ambientali e telefoniche e da ogni altra forma di accertamento disposta dalla Procura di Sulmona, emerga inconfutabilmente la totale estraneità del dottor Massimo Desiati. Anzi - proseguono - da alcune intercettazioni emerge chiaramente il rigore politico dell'indagato quale soggetto incorruttibile. Elementi che ci avrebbero indotto a confidare in un positivo epilogo dell'intera vicenda già in fase istruttoria, al termine di quattro anni di indagini prolungate dalle incompatibilità createsi tra i magistrati e dai lunghi tempi giudiziari che caratterizzano i processi nel nostro Paese. Allo stato attuale - si legge ancora nella nota - i difensori prendono atto, con riserva, delle notizie diffuse e ritengono che nelle sedi opportune sarà, finalmente e definitivamente, dimostrata la piena innocenza del dottor Desiati. Inoltre - dicono gli avvocati - non possiamo non rilevare che la 'puntuale' divulgazione di notizie riferite a questa vicenda è stata, ancora una volta, promossa in particolari occasioni quali le visite in Abruzzo del presidente di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini. Casualità che inducono ad ipotizzare una vera e propria campagna finalizzata a compromettere l'immagine dell'uomo politico Massimo Desiati. Ancora una volta, esprimiamo sorpresa e sconcerto per la diffusione di notizie, coperte dal segreto istruttorio, relative alla vicenda giudiziaria che vede coinvolto il nostro assistito del quale torniamo a ribadire la totale estraneita' ai fatti contestati. E' inaccettabile - concludono gli avvocati Cerella e Pastorelli - che una ipotetica richiesta di rinvio a giudizio non ancora sottoposta all'esame del Gup sia divenuta oggetto di articoli sulle pagine delle principali testate giornalistiche regionali operando una ricostruzione della vicenda non corrispondente alla realtà''.