L'ABETINA DI CASTIGLIONE TRA LE AREE PROTETTE

Francesco Bottone
24/10/2006
Territorio
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L'Abetina di Castiglione Messer Marino, insieme a numerose altre aree agro-silvo-pastorali abruzzesi e decine di Siti di Interesse Comunitario, ha riacquistato da pochi giorni lo status di ''area protetta''. Si tratta complessivamente di migliaia di ettari di territorio regionale sottratti all'esercizio della caccia e di altre attività antropiche. Il Parlamento non ha convertito in legge il decreto 251/2006 in materia di conservazione della fauna selvatica, che stabiliva alcune norme di salvaguardia per le aree SIC e le Zone di Protezione Speciale (ZPS) e la sua decadenza ha determinato ipso facto che quelle porzioni di territorio siano considerate ''aree protette'' a tutti gli effetti. Il citato decreto infatti, annullava un'altra norma, del 1996, con la quale si erano equiparati quei siti alle ''aree protette''. Essendo decaduto il decreto, per mancata conversione in legge entro i termini stabiliti, le norme precedentemente annullate sono tornate in vigore. Il presidente regionale del WWF, Dante Caserta, ha commentato con queste parole: ''La mancata conversione in legge del Decreto determina da un lato una certa confusione, ma dall'altro può essere l'occasione per accordare una doverosa tutela a siti che lo Stato Italiano e la stessa Regione Abruzzo hanno identificato come di massima valenza naturalistica''. ''Alla luce di quanto sopra, e ribaditi i risvolti di carattere penale che la materia implica, - ha continuato Dante Caserta - abbiamo invitato la Regione ad adottare ogni possibile forma di divulgazione, necessariamente urgente, dei divieti venatori e degli altri vincoli entrati in vigore, al fine di rendere edotti gli organi di vigilanza e i soggetti interessati dell'attuale status di aree protette di ZPS e SIC, con misure e divieti relativi, e quindi di prevenire possibili situazioni di illiceità, nonché di danno al patrimonio naturale protetto''. E tocca il tema della mancanza di informazione il presidente del WWF, una tematica di stringente attualità nel mondo venatorio, poiché sono stati segnalati casi di zone chiuse alla caccia, in cui però non sono state apposte le prescritte tabellazioni segnaletiche. ''Le nostre guardie volontarie hanno l'indicazione di trasmettere all'autorità giudiziaria ogni segnalazione riguardante la violazione di queste norme - conclude il presidente Caserta - Anche Comuni e Province devono essere consapevoli dei rischi legali, ma anche delle nuove opportunità che si aprono rispetto alla tutela del loro territorio e ai benefici e opportunità che possono derivare dai vincoli che sono necessari per salvaguardare un patrimonio di livello europeo''. Quindi l'attività venatoria nei siti ZPS e SIC risulta oggi vietata, è bene che lo sappiano i cacciatori, e l'eventuale violazione del divieto costituisce condotta penalmente rilevante.

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