«Non compete a me entrare nel vivo della campagna elettorale, ma credo che il Pd abbia scelto la persona giusta». Massimo D'Alema esordisce così davanti alla platea di militanti che affollano la sala del Vecchio Casale, in località Bufalara, dove si respira un clima di festa e di euforia. Sono le 18,30 quando l'ex presidente del Consiglio varca l'ingresso della struttura, accolto dall'applauso dei militanti e dalla stretta di mano di Arnaldo Mariotti, candidato sindaco del partito alle comunali di primavera. I cronisti chiedono a Massimo D'Alema come mai il Pd, partito delle primarie, abbia deciso in questa tornata elettorale di dividersi e di correre da solo, mentre le altre forze politiche del centrosinistra (Sel, IdV e Socialisti) hanno scelto di formare una nuova aggregazione con San Salvo Democratica (la lista civica dell'ex primo cittadino Gabriele Marchese) e d'individuare il candidato sindaco affidandosi alla consultazione democratica. «Decideranno i cittadini con il loro voto, poi, sono convinto, ci potrà essere la riaggregazione del centrosinistra al secondo turno», è la risposta del presidente del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza), «saranno loro a misurare la forza della candidatura proposta». Qualche minuto dopo, D'Alema sale sul palco, premette che non spetta a lui parlare delle vicende locali e dispensa consigli. «Bisogna guardare avanti, senza polemizzare», è l'invito dell'ex presidente del Consiglio, «i partiti seri sono capaci di riconoscere gli errori commessi e lavorare per l'unità. Mariotti saprà essere l'uomo dell'unità». Breve e pacato l'intervento del candidato sindaco. Ricostruisce le vicende locali e spiega i motivi della sua discesa in campo. «Ho accettato questa sfida e metto a disposizione un'esperienza costruita nel tempo», annota Mariotti, «è un momento difficile: fabbriche in crisi, gente disoccupata, ma San Salvo deve tornare ad essere la locomotiva del territorio». Prima dell'ex deputato è il segretario cittadino, Agostino Monteferrante, a prendere la parola. Non lesina critiche. Parla di «opportunisti e trasformisti» e manifesta dubbi «per quelli che si definiscono nuovi». Chiaro il riferimento a Marchese e compagni. «Non partecipiamo alle primarie perché c'è stata una scelta unanime», aggiunge, «il partito ha deciso di investire sull'esperienza e la capacità di Mariotti. E' il candidato migliore. Il Pd è coerente e responsabile e non prende in giro nessuno».