Il 2 febbraio la chiesa cattolica festeggia la Candelora con le benedizioni delle candele. La Candelora è il nome popolare della festa della Purificazione della Beata vergine Maria, ma ricorda anche la presentazione al Tempio di Gesù. L’antichissimo uso di recare i ceri nella processione che precede la Messa è l’origine del suo nome, e la candela è il simbolo di Cristo “luce per illuminare le genti”. La Candelora, per la sua collocazione all’inizio del mese di febbraio (“Fibbrare, piti chirte, lu pegge mese è di titte!”), quando si è nel pieno dell’inverno e le giornate cominciano ad allungarsi, è stata oggetto di detti e proverbi di carattere meteorologico, come ad esempio: “Alla candelora dall’inverno siamo fuori; ma se piove o tira vento, nell’inverno siamo dentro”, oppure in un’altra versione molto simile “La Candelore, u ce nénghe u ce piove da lu vérne séme fore”, mentre i versi di una canzoncina popolare vastese recitano: Cànda vé’ la Canniléure, La virnàt’ è ‘scìute féure. Arispànne la vicchia ‘štîute: La virnàte nin è ‘scîute; Cànda pòppe la vicàche, Andànn’ aèsce la virnàte. Traduzione: Quando viene la Candelora, l’inverno è uscito fuori. Risponde la vecchia astuta: l’inverno non è uscito fuori; quando esce la marruca (arbusto molto spinoso) allora esce l’inverno. Seguendo la tradizione, se il 2 febbraio il tempo è brutto, l’inverno durerà un altro mese...