Il mancato coinvolgimento di Pino Jubatti, profondo conoscitore di Giuseppe Scalarini, nell'organizzazione della mostra al vignettista dedicato ospitata in questi giorni nella Pinacoteca di Palazzo d'Avalos, era finito al centro di un intervento polemico da parte dello storico vastese prof. Luigi Murolo. In una lunga lettera aperta la replica a Murolo dell'arch. Franco Sacchetti, coordinatore dell'appuntamento. Di seguito la nota. "Caro Luigi, ritengo doveroso fare alcune osservazioni alla tua lettera aperta a Pino Jubatti pubblicata più di una settimana fa. Lo faccio solo ora poiché trovavo sconveniente questa polemica in vista del Giorno della Memoria. Se tu ritieni singolare non esserci avvalsi, per l’organizzazione della mostra, delle competenze di Pino Jubatti, e non aver fatto ricorso, per l’esposizione stessa, ai materiali scalariniani del suo fondo, arrivando a definire questa una ignoranza non scusabile da parte di “chi si candida a curare una mostra” - cito le tue stesse parole - io ritengo ben più singolare che tu possa muovere critica ad un evento prima ancora che questo abbia avuto luogo, quindi prima ancora di capirne a fondo natura, motivazioni, obiettivi. Già, perché se tu avessi avuto l’accortezza, o quantomeno la gentilezza, di scrivere dopo una visita alla mostra o all’inaugurazione di questa, avresti trovato risposta ad alcune delle tue perplessità. Tanto per cominciare, la mostra non é stata curata dal Comune di Vasto o dal sottoscritto per conto del Comune di Vasto, o degli altri enti vastesi coinvolti, bensì dal Centro Studi e Documentazione dell’Isola di Ustica insieme alla famiglia di Scalarini, e ha previsto già diverse tappe in varie città italiane, tra cui Bucchianico. Se ci tieni posso quindi inoltrare questa tua critica a chi ha davvero curato la mostra, ma ti lascio immaginare cosa potrà rispondermi. La stessa dunque é stata solo adattata dal sottoscritto ai locali di Palazzo d’Avalos, con una integrazione di alcuni documenti riguardanti specificamente il periodo di detenzione nel campo di internamento di Istonio, a cura della famiglia di Scalarini. Tra questi documenti anche un toccante scritto inedito. Ritengo inoltre che, essendo presente al convegno il nipote Ferdinando Levi, come rappresentante di una famiglia che si sta dedicando in maniera esemplare alla memoria del nonno, che ha curato un sito internet splendido, che detiene migliaia di originali e tutto quello che é reperibile sulla sua opera, fosse anche fuori luogo fare riferimento a collezioni locali sicuramente modeste al confronto. Ubi maior minor cessat. La mostra é già compiuta in sé, densa di riferimenti, e abbastanza grande da occupare tutta l’ala di Palazzo d’Avalos dedicata alle esposizioni temporanee...integrarla con altri materiali avrebbe comportato aprire altre stanze, impegnare un’altra ala dello stesso Palazzo... ma a che scopo? Ti chiarisco anche che l’obiettivo del convegno non era tracciare storia e storiografia del campo di internamento di Istonio. Al riguardo sono già stati prodotti articoli, pubblicazioni, promosse iniziative di valore negli anni scorsi; se ritieni che in quelle occasioni non sia stato reso il giusto omaggio a Pino Jubatti me ne rammarico anche io, ma questo convegno non era la sede più adatta. La presenza di Franco Foresta Martin, giornalista del Corriere della Sera oltre che presidente del Centro Studi dell’Isola di Ustica, ci ha spronati a definire, attraverso la figura di Scalarini, una pagina di storia nazionale, universale, piuttosto che puntualizzare alcuni dettagli della relativa vicenda vastese. Scalarini esordì un secolo fa, nel 1911, sull’Avanti!, con una vignetta riguardante la guerra di Libia, di cui ricorre il centenario, e Ustica, dove egli fu a lungo confinato, fu il luogo principale di deportazione degli ebrei libici. Lo storico Costantino Di Sante, fra i più autorevoli studiosi dei campi di internamento, che sta portando in giro in Italia (inaugurata a Sulmona ed attualmente ad Alessandria) una mostra dedicata al colonialismo italiano in Libia, era sicuramente la persona più adatta per valorizzare questo nesso storico. Nella vita si fanno delle scelte, e chi si occupa di cultura, come te, dovrebbe criticare sul metro della coerenza interna di queste scelte, non sul metro delle scelte che avrebbe fatto se fosse stato incaricato lui dell’organizzazione. Ciò che é importante é questa mostra costituisca un omaggio doveroso, ma finora mancante, della nostra città a Giuseppe Scalarini, non solo come prigioniero politico, quindi intellettuale antifascista, ma come rivoluzionario artista dell’immagine. Abbiamo veramente ridato vita alla sua memoria, alla sua coraggiosa opera di denuncia. C’é stata una grande affluenza delle scuole alla mostra. Penso che valga la pena sottolineare questo, e non andare a cercare il pelo nell’uovo. Perché, se ci mettiamo su questo piano, io ritengo più singolare di qualunque altra cosa che, nonostante le tue competenze, e la presenza in città di almeno un fondo di collezione con materiali scalariniani, non sia mai stata organizzata una mostra a lui dedicata, e correggimi se sbaglio. Dov’é stata allora in tutti questi anni la funzione dei collezionisti nella trasmissione della cultura che ora ti senti di difendere? Sappi che, occupandomi di questa mostra, ho constatato come purtroppo oramai pochi in città avessero conoscenza di Giuseppe Scalarini, e di questi pochi ancor meno immaginavano una tale grandezza della sua opera artistica; per quasi tutti é stata dunque l’occasione di una straordinaria, entusiasmante scoperta, e la maniera migliore per il messaggio pacifista inerente alle vignette esposte, di celebrare il Giorno della Memoria. Ti chiarisco anche, semmai ce ne fosse bisogno, che tutti sappiamo benissimo che Pino Jubatti é un eccellente caricaturista e ha frequentato ambienti importanti legati al mondo del fumetto, e senz’altro mi farebbe piacere approfondire il tema delle sue collezioni a riguardo, ma ancora non vedo il nesso per il quale avrei dovuto desumere un suo particolare interesse o una particolare competenza riguardo la figura di Scalarini. Mi auguro comunque che il suo intervento presso il Liceo Scientifico abbia avuto luogo, lo avrei ascoltato con interesse ma quella stessa mattina ero impegnato, quale membro del Club Unesco, ad accompagnare delle classi dell’Istituto Palizzi alla mostra. Colgo l’occasione per rammaricarmi del fatto che la tua scuola é l’unica, fra gli istituti superiori di Vasto, ad aver finora declinato l’invito a visitarla, e mi farebbe piacere se ti facessi promotore tu stesso di una visita, data la tua sensibilità riguardo all’argomento. Non condivido infine questa maniera plateale di rapportarsi con chi vuole contribuire alla crescita culturale di una città, scrivendo lettere pubbliche per dimostrare chissà cosa a chissà chi...a volte basta una semplice telefonata! Non si può presumere di essere sempre interpellati. Ci conosciamo, e se mi avessi fatto presente le tue proposte a riguardo, ti avrei volentieri supportato nel promuovere un incontro di Pino Jubatti con le scuole direttamente a Palazzo d’Avalos, che in questo momento é senz’altro il luogo più idoneo per commemorare Scalarini.