Primi interrogatori, questa mattina a Vasto, davanti al Gip del Tribunale di Vasto Stefania Izzi di alcuni degli arrestati dell’area Vastese coinvolti nella maxi operazione di Procura e Carabinieri ‘Tramonto’ grazie alla quale venuta alla luce una fiorente organizzazione dedita al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti. Operazione che ha portato il Procuratore Capo Francesco Prete a definire Vasto ed il suo territorio come “crocevia” dei passaggi di droga tra regioni come Puglia e Campania e lo stesso Abruzzo, parte del Molise e centro Italia. Tra i 63 arrestati (48 in carcere e 15 ai domiciliari) ben 30 sono di Vasto e di centri del circondario. I primi ad essere sollecitati dai magistrati a rispondere alle accuse contestate si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Attività di indagine, compiute in sinergia tra Procura e Carabinieri, che hanno avuto una eco anche in campo nazionale con diversi organi di informazione che ne hanno parlato su rispettive pagine e telegiornali considerando la portata di quanto scoperto e sgominato dagli inquirenti. Oltre che sui ‘protagonisti’ ed i gestori del traffico di droga, l’attenzione degli investigatori si è concentrata pure sui consumatori finali di eroina, cocaina ed hascisc diffuse in quantità non indifferente anche nel nostro comprensorio. Giovani, per la gran parte, ma non solo, alcuni dei quali pure minorenni. Un centinaio di persone in tutto, segnalate alla Prefettura di Chieti per l’assunzione dei provvedimenti in ordine di sanzioni amministrative previste per il semplice consumo di stupefacenti. Le indagini, intanto, come comunicato dallo stesso Prete nel corso della conferenza stampa di esplicazione dell’operazione ‘Tramonto’ nell’aula magna del Tribunale di Vasto unitamente al suo collega sostituto Giancarlo Ciani ed ai vertici locali e provinciali dell’Arma, non si fermano, anche grazie al coinvolgimento della Direzione Distrettuale Antimafia de L’Aquila stante il ‘profilo’ di alcuni dei soggetti coinvolti. Dopo gli interrogatori delle persone finite in carcere seguiranno quelli di chi, attualmente, ristretto ai domiciliari.