RILANCIO TERRITORI INTERNI, LE STRATEGIE DELLA PROVINCIA

Francesco Bottone
10/10/2006
Territorio
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Nei giorni scorsi è stato firmato dal presidente della Provincia di Chieti, Tommaso Coletti, e dai presidenti delle sei comunità montane che sorgono sul territorio provinciale, un ''protocollo d'intesa interistituzionale per la realizzazione, condivisa e in regime di copianificazione, di un Piano Strategico per il territorio montano''. Il presidente Coletti ha dichiarato che l'importante documento appena firmato con gli amministratori degli enti comunitari può rappresentare ''un passaggio decisivo per il rilancio e lo sviluppo dei comuni montani''. Buone notizie insomma per i piccoli comuni del Medio ed Alto Vastese, le cui comunità montane di appartenenza, per mano dei due presidenti Remo Carilli e Luciano Piluso, hanno sottoscritto il protocollo d'intesa. Con il ''Piano Strategico per il territorio montano'', l'amministrazione provinciale intende ''definire un Piano di area vasto, nell'ambito del quale mettere in rete i sistemi dei servizi, del sociale, delle aree protette, della viabilità, dei centri storici, delle attività produttive, al fine anche di una ottimale distribuzione delle risorse''. In sintesi, ''nel pieno rispetto delle autonomie comunali, alle quali resterà comunque sempre affidata la gestione dei propri territori - si legge in una nota della Presidenza della Provincia - si prevedono azioni sinergiche e di coordinamento generale correlate al perseguimento di più adeguati livelli di efficienza e funzionalità del sistema territorio''. Uno degli strumenti previsti da questo protocollo d'intesa appena sottoscritto sarà l'osservatorio di monitoraggio, alla cui costituzione sarà chiamata a partecipare la costituenda Consulta Provinciale delle Comunità Montane, in grado di percepire e recepire ''in ogni momento tutte le sollecitazioni derivanti da azioni di politica economica e programmatica regionali, nazionali e comunitarie''. Le nuove strategie messe a punto dalla Provincia per il rilancio dei territori montani prevedono anche il coinvolgimento della Regione, della classe imprenditoriale, dei sindacati e ovviamente degli enti pubblici locali, cioè di quei comuni montani che fanno sempre più fatica ad assicurare servizi efficienti ai cittadini.

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