Da un lato ci sono le nuove tariffe dell'acqua, che fanno salire il costo delle bollette fino al 2023. Dall'altro gli investimenti, che prevedono 246 milioni di euro per depuratori, fogne e acquedotti. Sono le facce della stessa medaglia, quella del piano d'ambito 2010-2032, ossia la programmazione tecnica, economica e finanziaria del servizio idrico approvato sabato scorso dai sindaci della provincia, e che continua a sollevare polemiche. I comitati referendari contestano l'aumento delle tariffe, i sindaci rassicurano i cittadini sul miglioramento del servizio. L'aumento della tariffa dell'acqua prevista nel piano d'ambito 2010-2032 è vista da comitati referendari, Prc e WWF come una batosta ingiustificata sui cittadini. Ma ha, invece, ragione d'esistere per i sindaci che l'hanno approvata, perché permetterà alla Sasi di effettuare investimenti importanti, attesi da dieci anni, in molti Comuni. Sul programma degli interventi, inserito nel piano approvato sabato da 41 sindaci della provincia, si leggono cifre consistenti: quasi 46 milioni di euro per le fogne, 67 per i depuratori e 127 per gli acquedotti. A fronte, però, c'è l'aumento delle bollette, che costeranno circa 30 euro annue in più alle famiglie. «L'approvazione del piano d'ambito è stato il passaggio fondamentale che ci consentirà di fare una serie di investimenti indispensabili per migliorare il servizio», commenta Domenico Scutti, presidente della Sasi, «e che permetterà all'azienda di diventare sempre più efficiente con nuovi orari di lavoro e reperibilità». Scorrendo le pagine si notato interventi in quasi ogni comune. I più urgenti riguardano la costruzione e l'adeguamento dei depuratori, per evitare danni ambientali e di incorrere nelle sanzioni europee.