E’ uscito in questi giorni, per i tipi delle Edizioni Cannarsa di Vasto, il libro di poesie “Il mio canto libero” di Lucia Desiati Conti, docente di religione. E’ una raccolta poetica, scritta con stile scorrevole ed efficace. Divisa in sei parti, si snoda su un percorso ricco di sentimenti e di grande impatto comunicativo. La prima parte è un aprirsi ai "luoghi del cuore": Vasto, il paese della mamma, dove la poetessa attualmente vive, e Genova, la città natia, il cui ricordo torna incessantemente ogni volta che "soffia il libeccio". Nella seconda parte la Desiati trasporta il lettore nella dimensione fascinosa dell'amore, vissuto con slancio e fedeltà e ricercato, nei momenti di stanchezza, "fra caldi sospiri, tenerezze audaci, ed abbracci infiniti". La terza parte "Nel vortice del progresso" è certamente la più incisiva. Qui la Desiati riflette sulle contraddizioni della società moderna, dove "rimbombano rumori d'avanguardia" e la violenza "sbandiera impavida sopra alla morale", dove tanti giovani si perdono nel tunnel della droga, dove il denaro è il "primo attore" e dove poveri Cristi portano un dramma umano "in un silenzio antico"; ma sa anche scoprire insegnamenti e valori, dialogo morale e fratellanza senza confini, genuinità e freschezza di vita (bello, in particolare, il quadretto di Miriana, la bimba paffutella della scuola di Perano, che "nel batter le mani esprime il suo essere speciale"). La quarta parte apre "frammenti di speranza" nel percorso esistenziale dell'umanità, invitando alla ricerca della verità, della pace, di una maggiore dignità per le donne e di una più autentica spiritualità. Nella quinta parte risalta un'altra importante qualità dell'itinerario letterario e umano della Desiati: la sua anima contemplativa e partecipativa del dolore degli altri. E possibile, così, leggere sia versi ariosi, che inneggiano all'acqua alpestre, fresca e pura, e agli spazi fecondi delle lunghe notti invernali, sia versi sconsolati che ripropongono immagini di terrore e di morte, a causa del terremoto. Il libro si chiude con sette dediche a persone di famiglia e dell'ambiente scolastico. Da sottolineare il tenero ricordo del padre e la testimonianza d'affetto, in occasione del loro pensionamento, per le colleghe insegnanti Loredana e Rosa Maria, che, entrambe, hanno dato agli alunni il meglio di se stesse, trasmettendo cultura e amore.