Verificare la concreta portata della sentenza del Tar che ha annullato la variante alle Norme Tecniche di Attuazione del Prg con un esame approfondito in Commissione Assetto del Territorio e successiva discussione in Consiglio comunale. Il gruppo consiliare del Popolo della Libertà si esprime a riguardo della decisione dell’altro giorno dell’organo di giustizia amministrativa che ha imposto l’altolà allo strumento licenziato dal Comune nel settore urbanistico nella seduta del novembre del 2010 contestandone alcune lacune e carenze. Sul piano politico i consiglieri comunali Guido Giangiacomo, Manuele Marcovecchio ed Etelwardo Sigismondi - questa mattina nel corso di una conferenza stampa nella sede del Pdl di corso Garibaldi - imputano all’amministrazione il pressapochismo e la superficialità con cui disciplinato un settore nevralgico per la città. Il capogruppo Giangiacomo ribadisce un concetto già espresso in precedenza. “L’amministrazione comunale – afferma – ha, di fatto, realizzato una variante al Prg dissimulata con la variazione delle norme tecniche ingenerando confusione tra gli operatori del settore ed i cittadini e manifestando palese incapacità”. Sul piano politico quello che è stato il ‘cavallo di battaglia’ del centrosinistra dal 2006, l’urbanistica, ha fatto emergere “solo brutte figure da parte della maggioranza”, conclude Giangiacomo. Per Sigismondi il sindaco Lapenna “farebbe bene a dimettersi, alla luce di una conclamata incapacità di gestione amministrativa della città”. Situazione, questa, peraltro prevista dal centrodestra in occasione della discussione e della fase di approvazione della variante alle norme tecniche l’anno scorso. “Hanno dovuto accelerare perché erano pure scadute le norme di salvaguardia – ricorda Marcovecchio – ed ecco il risultato”. Contestata, poi, la sottolineatura dell’amministrazione comunale secondo la quale sarà sufficiente produrre la richiesta valutazione ambientale strategica per riportare tutto nella norma. “La portata della sentenza del Tar è ben più grave. Si è agito – rimarca ancora Giangiacomo – anche dove non si poteva, ad esempio nei cambiamenti in comparti già urbanizzati. E’ per questo che chiediamo un esame approfondito dell’importante questione”.