“Un libro che ha la capacità di creare immagini e atmosfere di raffinatezza ineguagliabile, piene di straordinaria sensibilità”. Così il regista Pupi Avati, rapito da foto che sembrano uscite dalla tavolozza di un pittore più che dalla Canon Eos 1000, tesse le lodi del volume dal titolo "La poesia dell'immagine", del collega Giuseppe Suriani, stampato dalla Litografia Botolini di Rocca San Giovanni per i tipi della Casa Editrice Rocco Carabba in Lanciano. Un'opera sorprendente e rivelatrice di una competenza tecnica non comune, così come traspare dal sapiente uso della luce, con cui sulle pregiate pagine patinate l'autore riesce a trasmettere al lettore, intimamente fusi, incanto per la bellezza femminile e sensibilità d'animo. E' lo stesso Suriani, presentando il magnifico lavoro, a spiegare che la sua è ispirazione, "di origine pittorialistica". “Un movimento - scrive - nato alla fine del XIX secolo con lo scopo di elevare la fotografia alla dignità della pittura e della scultura. La fotografia, dunque, come mezzo attraverso il quale l'autore possa evocare stati d'animo ed emozioni”. Un volume, "La poesia dell'immagine", che in 324 pagine mozzafiato consegna al panorama editoriale italiano un artista nel pieno della maturità professionale e propone ai colleghi abruzzesi un lato fino ad ora, forse, colpevolmente sconosciuto del suo talentuoso cammino artistico.