"Caro Gianni, fammi un grosso regalo, per favore. Assicurami che non è vera la notizia che mi è stata consegnata, come forte doglianza, da alcuni cittadini padri di famiglia, secondo la quale la Regione, insomma la tua Giunta, non assicura il necessario sostegno a quelle quattro (quattro di numero) strutture dedicate, in Abruzzo, alla riabilitazione di un centinaio di bambini autistici". L'ex presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Pace, inizia così l'appello che ha lanciato all'attuale governatore, Gianni Chiodi, dalle pagine del sito Lettere abruzzesi. "Dimmi, ti prego - prosegue Pace -, che la tua Giunta non permetterà la chiusura dei centri dell’Aquila, Lanciano e Vasto ove sono ospitati, assistiti e riabilitati quei ragazzi sfortunati. Affermami che noi abruzzesi e il presidente che li rappresenta tutti e al quale vogliamo bene (io almeno ne voglio, e sicuramente), non trascureranno il senso profondo di vicinanza a situazioni che colpiscono bambini e innocenze e che perciò siamo disposti a ogni sacrificio per rispondervi con la solidarietà. Gianni, sono certo che mi toglierai il nodo alla gola appostovi dalle notizie apprese e di cui ti ho riferito - conclude Pace - Ne sono certo: altrimenti tu pure ti sentiresti soffocato dallo stesso nodo". Di seguito la lettera, completa, che Pace ha indirizzato a Chiodi. "Caro Gianni, fammi un grosso regalo, per favore. Assicurami che non è vera la notizia che mi è stata consegnata, come forte doglianza, da alcuni cittadini padri di famiglia, secondo la quale la Regione, insomma la tua Giunta, non assicura il necessario sostegno a quelle quattro (quattro di numero) strutture dedicate, in Abruzzo, alla riabilitazione di un centinaio di bambini autistici. Dimmi, ti prego, che la tua Giunta non permetterà la chiusura dei centri dell’Aquila, Lanciano e Vasto (Marina e Paese) ove sono ospitati, assistiti e riabilitati quei ragazzi sfortunati; dimmi perciò, ti prego, che saranno da subito adottati provvedimenti finalizzati, suggeriti peraltro qualche mese fa dal Consiglio Ragionale che ha votato un documento in tal senso, in ordine al quale, anche questo mi viene riferito, la subcommissaria Giovanna Baraldi, presente al Consiglio, non ha avuto eccezioni. Dimmi, sempre per favore, che la Regione non permetterà che una settantina di operatori in quelle strutture, non dovranno buttare alle ortiche la loro professionalità riconosciuta e apprezzata, così mi viene riferito, e la loro passione. Affermami che noi abruzzesi e il presidente che li rappresenta tutti e al quale vogliamo bene (io almeno ne voglio, e sicuramente), non trascureranno il senso profondo di vicinanza a situazioni che colpiscono bambini e innocenze e che perciò siamo disposti a ogni sacrificio per rispondervi con la solidarietà. Caro Gianni, se i termini del problema non mi sono stati rappresentati correttamente, ti prego, sempre gratificandomi con lo stesso regalo, di dirmi, che il problema non esiste, che la Giunta non ha negato gli accreditamenti in favore di questo servizio, oppure che li ha negati solo perchè offre lo stesso servizio in esistenti strutture pubbliche che assicurano attività semiresidenziali e riabilitative, il che rende inutile la esistenza dei centri dell’Aquila, Lanciano e Vasto, che sono privati. Potresti avere una risposta ugualmente plausibile, e cioè che nelle strutture di cui si parla non si fa un buon servizio, anzi c’è malasanità, oppure che non esistono bambini autistici e che gli pperatori professionali di cui ho parlato sono una invenzione di chi ha trattato con me l’argomento. Insomma potresti dirmi: ma di che stiamo parlando? Solo se tu fossi in condizioni di tali risposte, potrei dire agli amici che mi hanno trasmesso doglianze che si sbagliano e mi inducono in errori. So che eviterai risposte e argomenti evasivi o dilatori e, non per cambiar discorso, ricordo che in una intervista da te data al Messaggero (28/1/11) hai affermato, a proposito di mobilità passiva, che pur affligge i conti e riconoscendo che gli abruzzesi che vanno fuori regione per farsi curare sono di numero molto più alto degli italiani che vengono qui da fuori Abruzzo, quanto segue: “sì, ma è sempre stato così. Si va dove sono le eccellenze". Bene, e condivido, ringraziandoti perché hai riconosciuto che nel periodo che mi ha visto esercitare il mestiere che fai tu oggi, eccellenze in Abruzzo dovevano essercene visto che la mobilità, metro che misura la qualità del servizio, era fortemente attiva. Allora: la mobilità è quella di chi, bene o male e per il tipo di assistenza che va cercando, si può muovere. I bambini autistici non mi sembra che possano recarsi altrove, fuori regione, a cercare assistenza semiresidenziale per la riabilitazione. O no? Gianni, sono certo che mi toglierai il nodo alla gola appostovi dalle notizie apprese e di cui ti ho riferito. Ne sono certo: altrimenti tu pure ti sentiresti soffocato dallo stesso nodo. Buon lavoro, Gianni, nell’attesa del tuo… regalo abbiti un cordiale saluto".