Troppo forte il suono delle campane della chiesa, proteste a Pagliarelli

Diffusori acustici nel 'mirino', chiesto l'intervento del Comune

a cura della redazione
10/11/2011
Attualità
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Le prime segnalazioni risalgono ad un mesetto fa: troppo alto il suono emesso dai diffusori acustici della chiesa di Pagliarelli, nelle cinque volte al giorno in cui lo 'scampanio' si ripete. Secondo alcuni residenti, abitanti nelle vicinanze del sacro tempio del quartiere a nord del territorio comunale, con una misurazione effettuata con uno strumento fonometrico sarebbe stata registrata una rumorosità ben 30 volte superiore a quella stabilita fissata dal Dpcm dell'11 novembre 1997. Pertanto i residenti chiedono all’amministrazione comunale e al sindaco della città una "risposta ed una immediata soluzione al problema segnalato, visto che secondo la legge 26 ottobre 1995 n. 44 rientra nelle competenze comunali provvedere all’adozione di piani di risanamento acustici approvati con Consiglio comunale". Gli stessi residenti richiamano una sentenza della Corte di Cassazione, la numero 2316/1998, relativa alla materia: "Il rumore prodotto dal suono delle campane di una chiesa, mentre al di fuori del collegamento con funzioni liturgiche può dar luogo al reato previsto dall’art. 659 c.p. non diversamente da quello prodotto da qualsiasi altro strumento sonoro, nell’ambito delle funzioni liturgiche – la cui regolamentazione, nel vigente diritto concordatario, è riconosciuta alla Chiesa cattolica – integra il predetto reato solo in presenza di circostanze di fatto che comportino il superamento della soglia della normale tollerabilità e in assenza di specifiche disposizioni emanate dall’autorità ecclesiastica intese a recepire tradizioni e consuetudini atte a meglio identificare, in relazione alla non continuità del suono e al suo collegamento con particolari 'momenti forti' della vita della chiesa". Il suono troppo alto per il rintocco delle ore viene considerato vero e proprio inquinamento acustico, secondo i residenti che protestano, ed è "un diritto - dicono - chiederne la riduzione all'interno dei limiti consentiti".

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