“Sul nuovo Prg dibattito fuorviante: prima di guardare avanti occorre valutare quanto già realizzato e coinvolgere davvero la città”: questo il metodo suggerito dal Partito Socialista di Vasto che si inserisce nella discussione sulla paventata variante al Prg in queste settimane all’attenzione della maggioranza anche dopo la nuova richiesta di parere da parte della Giunta avanzata dalla SGM, la società che vuole realizzare la 'città satellite' a Colle Pizzuto. “Il Prg di Tagliente fu adottato nel 1999 ed approvato ad Aprile 2001 – ricorda il Psi -. Tra le premesse che lo accompagnavano quella riguardante l’urbanizzazione abitativa che, stando alle previsioni, avrebbe dovuto, nel giro di 12 anni, consentire alla città di arrivare ad una popolazione residente pari a circa 57.000 abitanti. Nel 2000 a Vasto i residenti erano poco meno di 35.000, oggi superano di poco i 40.000 abitanti. Quel Prg, ad 11 anni dalla sua approvazione, è lontanissimo dal suo obiettivo iniziale”. Ma il dato più significativo, secondo il Psi, è rappresentato dall’edificazione “selvaggia”: “Sono ancora tante le zone di recente espansione ancora sprovviste di strade, marciapiedi, illuminazione, reti fognarie, mentre preoccupa l’impossibilità finanziaria del Comune a coprire le spese necessarie. Quanto finora realizzato, oltre a produrre case vuote, dai 3.000 ai 3.500 appartamenti, ha cancellato la possibilità di realizzare spazi verdi e di socializzazione tali da consentire una migliore qualità della vita dei residenti. Di fronte a questi inconfutabili numeri – evidenziano i rappresentanti locali del partito - parlare di nuove aree edificatorie, oltremodo distanti Km dall’area attuale di urbanizzazione, ci sembra non solo un azzardo, ma è evidente che si tratta di pura speculazione finanziaria con la trasformazione di aree agricole in edificabili. Non sono sufficienti le giustificazioni relative al 'nuovo ospedale'. Tanto meno gli introiti derivanti dalla realizzazione del progetto che non sarebbero sufficienti a coprire tutti i costi delle opere di urbanizzazione. Se è pressante la esigenza di fare 'cassa' – propone il Psi - perché non si considera come zona di espansione quella dell’Incoronata, in parte già urbanizzata e dove il Comune potrebbe realizzare un doppio 'incasso': dalla vendita dei propri terreni e dagli oneri di urbanizzazione?”