"Se fosse stato adeguato nel corso degli anni non sarebbe crollato". Sono parole semplici ma, allo stesso tempo durissime, quelle che sono state pronunciate nel corso del processo sul crollo della Casa dello Studente che sta andando avanti a l'Aquila. E' stato proprio a causa di quel crollo che nel 2009 persero la vita otto studenti tra i quali Davide Centofanti, il giovane di Vasto per il quale la famiglia, che subito dopo il sisma ha costituito anche un comitato vittime della Casa dello Studente, cerca giustizia. E la perizia che è stata ordinata per comprendere le cause del crollo della Casa dello Studente ha messo in evidenza come, pur se costruito secondo le leggi dell'epoca, il palazzo sarebbe dovuto essere adeguato nel corso degli anni. Un adeguamento che, però, non sarebbe mai arrivato. "L'intensità del sisma non è stata l'unica causa del crollo", ha affermato Gabriella Mulas, docente del dipartimento di Ingegneria strutturale del Politecnico di Milano chiamata a rispondere a tre quesiti di fondamentale importanza: l'accertamento delle cause del crollo; l'incidenza del terremoto sul collasso della Casa dello studente e, infine, la ricostruzione dell'iter amministrativo dell'immobile dalla sua edificazione (1965) al 6 aprile 2009, individuando la normativa sismica vigente al momento della realizzazione. "Il palazzo è stato costruito secondo le regole dell'epoca - ha confermato la Mulas - ma se fosse stato adeguato nel corso degli anni non sarebbe crollato. L'evento iniziatore del crollo è stato il cedimento dei pilastri dei telai dell'ala Nord".