Se n'è andato nel pomeriggio di ieri un pezzo di storia della vita politico-amministrativa del Chietino. Nella sua casa di Altino si è spento a 86 anni Antonio Clementino, da sempre legato all'amatissima Vasto. Amministratore di rango, per 25 anni di fila eletto sindaco di Altino, Clementino, insegnante vecchio stampo, è stato per decenni guida illuminata dei socialisti della provincia. Lucido ispiratore di mille battaglie a favore del territorio, con Angelo Staniscia alla testa del movimento che negli anni '70 si oppose vittoriosamente alla nascita della Sangro Chimica, Clementino ha saputo interpretare come pochi bisogni e aspirazioni della sua gente. Ancora in questi giorni, fiaccato nel fisico, ma non nella mente, erano tanti i cittadini che andavano a trovarlo: chi per un suggerimento, chi soltanto per ricordare il bel tempo andato e, soprattutto, parlare del futuro dell'Abruzzo, dei guai del Bel Paese, del lavoro che non c'è. Lui, lucidamente, diceva la sua, chiedeva di non mollare alla disillusione e alla sfiducia, di non rinunciare mai all'impegno civile. Per anni a capo dell'Ente provinciale del turismo di Chieti, presidente dello Iares, Antonio Clementino lascia un grande vuoto, non solo politico, ma anche culturale. Prima di morire, lasciando nel dolore l'amata moglie, Nella, Clementino ha pensato alle generazioni di domani: il suo sterminato archivio storico, migliaia di volumi, articoli di quotidiani, testi sul folklore e sulla lingua abruzzese, sono al sicuro nella biblioteca di Lanciano. Una fonte preziosa di documenti che, già catalogati, rappresentano una testimonianza unica della nostra storia. Un buffetto, da lassù, lo starà inviando anche al nipote, Marco Di Michele Marisi, del quale apprezzava l'impegno politico, sebbene da un fronte opposto al suo. Ciao don Antonio, ci mancherai.