Si 'accende', anche sul piano della polemica politica, la questione della prevista realizzazione di una centrale a biomasse da 4 MW all'interno dell'area di Punta Penna. Dopo il primo intervento dell'associazione civica 'Porta Nuova', che aveva reso pubblica l'autorizzazione all'impianto pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo, negli ultimi giorni si sono registrati interventi e dichiarazioni sull'argomento che hanno ingenerato un confronto anche tra componenti stesse della maggioranza di centrosinistra che amministra Vasto. Al centro dell'attenzione, in particolare, è finito il 'sì' reso dal sindaco Luciano Lapenna al progetto nell'ambito di una Conferenza di Servizi sulla questione dopo che, con due distinte delibere, il Consiglio comunale, qualche mese prima, si era espresso preventivamente contro la stessa realizzazione e comunque chiedendo che fossero richieste "alla Regione la Valutazione d’Impatto Sanitario e la Valutazione d’Incidenza; alla Provincia, la modifica in senso restrittivo del PTAP; ed al Consorzio Industriale, la modifica del PRT". Sia la rete di associazioni e movimenti che si è mobilitata sulla questione (Porta Nuova, Arci, WWF, Cobas, A'Vast, La Nuova Terra, Italia Nostra Abruzzo), sia partiti del centrosinistra di maggioranza (Prc/Federazione della Sinistra e Sinistra Ecologia e Libertà in particolare) chiedono conto al sindaco del suo parere favorevole e oggi, tramite un'interrogazione consiliare, lo fa anche Davide D'Alessandro di Alleanza per Vasto. Quest'ultimo, in particolare, sottolinea anche la tempistica del progetto, avviato nel marzo 2007. Se l'autorizzazione al progetto c'è stata il 21 marzo 2007 "vuol dire (e si noti bene) - sottolinea il consigliere comunale - che la centrale a biomasse viene autorizzata solo otto giorni prima dell’approvazione della legge sulle Disposizioni urgenti per la tutela e la valorizzazione della Costa Teatina (legge 5 del 30 marzo 2007)". Disposizione nella quale manca un allargamento dell'area della riserva di Punta Aderci che secondo D'Alessandro avrebbe potuto evitare il progettato insediamento.