“Il Parco Nazionale della Costa Teatina esiste. E’ stato istituito con la legge 93 del 2001 e si sviluppa su parte dei territori compresi tra i Comuni costieri che vanno da Ortona a San Salvo. Chiaramente, le riserve naturali di Punta Acquabella, Grotta delle Farfalle, Lecceta di Torino di Sangro, Punta Aderci, debbono farne parte a pieno titolo”. E’ quanto dichiara Antonio Menna, capogruppo Udc al Consiglio regionale. “Il 30 settembre prossimo scadrà il termine per la sua delimitazione – ha aggiunto Menna -. Ebbene, personalmente sono contrario alle delimitazioni fatte a tavolino, che non tengono conto delle realtà locali, e pertanto, avrebbero come effetto immediato far gravare su quei territori tutti i vincoli indiscriminati che l’istituzione di un Parco nazionale comporta e che rendono più complicata la vita a chi sul quel territorio deve vivere ed operare. Sono fermamente convinto – ha ribadito - che la delimitazione debba costituire il presupposto per dare impulso alle prerogative dei territori interessati al Parco in modo da creare le sinergie necessarie al conseguimento di uno sviluppo armonico della società civile in sintonia con la saggia e consapevole gestione del territorio, a condizione che i criteri siano condivisi. In sostanza – ha sintetizzato il capogruppo regionale Udc - bisogna coniugare la salvaguardia dell’ambiente con la necessità di crescita economica. Sono egualmente convinto che la individuazione, quale linea di 'demarcazione', dell’ex tracciato ferroviario, possa mettere tutti d’accordo (ambientalisti, associazioni, imprenditori, coltivatori diretti e cittadini). A tal riguardo, nel mio intervento sull’argomento in Consiglio regionale, ho ricordato che esiste un progetto di sviluppo predisposto dalla Provincia di Chieti, che va sotto il nome di Costa Teatina-Catalogna d’Abruzzo. Il progetto potrebbe attivare un finanziamento di 15milioni di euro da attingere ai FAS e potrebbe bloccare, definitivamente, la petrolizzazione dell’Adriatico”.