Perimetrazione del Parco della Costa Teatina, la questione in Commissione

D'Alessandro (ApV): 'Scontro attuale pochezza della politica che non sa decidere'

a cura della redazione
12/09/2011
Attualità
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La questione della perimetrazione del Parco Nazionale della Costa Teatina sarà al centro della riunione di domani della Commissione Assetto del Territorio, convocata dal presidente Domenico Molino (Pd) alle ore 18. Le contrapposizioni non mancano, tra quanti vogliono la concretizzazione del Parco Nazionale della Costa Teatina e quanti, al contrario, ne auspicano lo stravolgimento sulla base di strumenti di tutela sul territorio già presenti e validi, tra riserve naturali, aree protette ed altri progetto - in itinere - di conservazione e sviluppo. Analizza, a livello generale, lo scontro attuale il consigliere comunale di Alleanza per Vasto Davide D'Alessandro. "La vicenda poco decorosa del Parco della Costa Teatina - scrive - è lo specchio che rimanda l’immagine della tristezza italica, della lotta tra bande, i guelfi e i ghibellini che si contendono il territorio, della povertà della politica che non sa decidere; da una parte i niet che non convincono, dall’altra striscioni e cori contro il presidente Chiodi. Invece di ragionare, concretamente, se il Parco sia occasione di sviluppo e opportunità di crescita per una parte della Regione oppure no, lo scontro diventa politico, la contrapposizione sterile; da una parte l’assessore Febbo, che non ha gestito il tema con sapienza, dall’altra gli urlatori che ne chiedono le dimissioni. E il Parco? Che ne sarà del Parco? Vedremo. Intanto, è tutto un accapigliarsi tra chi è favorevole e chi contrario, tra chi era contrario e ora è stato spinto a diventare favorevole, tra chi vuole perimetrare e chi no, tra chi si era dimenticato di perimetrare e ora corre perché la scadenza del 30 settembre impone la scelta. Non è un bel vedere. La tanto invocata programmazione non ci appartiene. A pagare è l’Abruzzo, Regione con la quale la Natura si è mostrata Madre e non Matrigna, esageratamente generosa e ben disposta a regalarle bellezze di mare e di montagna, non ancora adeguatamente sfruttate da una classe politica disattenta, pasticciona e inconcludente". Cita Remo Gaspari, poi, D'Alessandro. "La stessa classe politica che da vent’anni ci costringe al rimpianto di un politico che sapeva decidere dopo aver ascoltato. Ora quel politico non c’è più. Lo si ricorda e lo si esalta in tutte le celebrazioni, ma non se ne mette mai in pratica la lezione più importante lasciata in eredità: concretezza e pragmatismo; con un unico obiettivo, la crescita dell’Abruzzo. Si chiamava Remo Gaspari. Con lui, sul Parco della Costa Teatina, una sola sarebbe stata la domanda: è una cosa buona per l’Abruzzo? Se sì, si fa. Se no, tanti saluti. Senza guelfi e senza ghibellini. Senza urlatori e senza striscioni. Né di qua, né di là".

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