Tempi duri per i cacciatori, ma anche per l'assessore regionale Marco Verticelli che con il calendario venatorio 2006-2007 è riuscito a scontentare in colpo solo sia gli animalisti sia le associazioni venatorie che giungono a minacciare il primo eclatante sciopero della caccia al cinghiale. Il presidente provinciale dell'Arci Caccia e coordinatore dei cacciatori del Vastese, Angelo Pessolano, deposto il fucile, prende carta e penna e scrive parole infuocate all'assessore regionale alla Caccia Verticelli, per esprimere ''totale dissenso'' in merito alla regolamentazione introdotta per il prelievo venatorio del cinghiale. ''Daremo corso ad iniziative di protesta - si legge nella secca nota dell'Arci - con manifestazioni di piazza, in concerto con tutte le altre associazioni venatorie''. Nel corso dell'ultima consulta provinciale, che si è riunita il 5 settembre scorso, i rappresentanti dei cacciatori avrebbero appresso della volontà dell'assessore Verticelli di ''inserire ulteriori restrizioni in merito alla caccia al cinghiale''. La proposta, osteggiata da tutte le associazioni venatorie, è di suddividere il territorio in due zone distinte: in una sarebbe possibile la caccia all'ungulato solo in braccata, quindi in squadre di più cacciatori, nell'altra anche individualmente. I cacciatori però insorgono contro questa proposta definita ''dittatoriale'', che prevede ''la tracciatura sulla cartina di una linea di divisione del territorio non supportata da alcuno studio scientifico, né tanto meno da censimenti della specie cinghiale''. ''Senza la tanto auspicata concertazione, della quale tanti politici, in riunioni tenute con il mondo venatorio, avevano rassicurato la sicura effettuazione, - si legge in un'altra durissima nota a firma del coordinamento cacciatori del Vastese - si è passati alla imposizione di quella linea alla quale i cacciatori dovranno attenersi scrupolosamente, senza condividerla in nessuna maniera''. E si arriva ad una eclatante decisione da parte dei cacciatori del Vastese: ''Riteniamo sia giunto il momento di farci sentire in maniera forte, dando corso a tutte quelle iniziative di protesta, con manifestazioni di piazza, e promuovendo tra tutti i cacciatori il primo sciopero della caccia al cinghiale ad oltranza, sino a che contati i danni che questa specie arrecherà al mondo agricolo, e il naturale innalzamento dei rimborsi (per danni da fauna selvatica, ndr) che le istituzioni dovranno elargire, qualcuno non capirà che la concertazione con il mondo venatorio sarebbe stata la cosa più giusta da fare''. Nella foto un campo di mais in parte devastato dai cinghiali