Progetti presentati con la relativa documentazione ma lavori che non sono mai partiti. Sono dure le reazioni degli appartenenti al Comitato di quartiere San Lorenzo che, nella due giorni dedicata al Santo che con la sua sagra richiama tante persone, non solo abitanti del quartiere ma di tutta Vasto, vuole puntare l'attenzione su tutto ciò che non va. A cominciare dalle strade, in particolare dalla Sp 157 che dalla Statale 16 collega alla contrada di Sant'Antonio Abate. "La mancanza di segnaletica, di semafori, di rallentatori - scrivono i componenti del Comitato in una nota stampa - ne fanno una "pista di prova" per piloti e centauri più o meno esperti, con conseguenze più o meno gravi. Segnalazioni circostanziate da parte del Comitato di quartiere hanno portato all'installazione di un ripetitore semaforico (vedi incrocio per Monteodorisio), e i complimenti da parte dell'amministrazione provinciale di Chieti per le proposte presentate, documentate e puntuali. Rigettate invece per una diversa interpretazione della normativa (Ministero dei Lavori Pubblici del 2001 - Norme tecniche n. 60/78) la richiesta di marciapiedi rialzati (la vicina San Salvo ne ha fatto incetta nel proprio territorio urbano), interpretati come "rallentatori", vietati su questo tipo di strada, come dire che si può essere investiti "per legge". L'installazione del semaforo con rilevatore di velocità in corrispondenza della scuola e della chiesa parrocchiale ha in effetti all'inizio "calmato" i piedi acceleratori, ma per poco. Si è subito capito che se la velocità è tanta, il rilevatore non fa in tempo a rilevare, per cui il bolide passa tranquillamente, facendo scattare il rosso ai tranquilli automobilisti che seguono. Avevamo chiesto invece un impianto con tanto di rilevatore della velocità e relativo autovelox, assicurando che l'impianto si sarebbe pagato da solo… con le multe: invano. Da due mesi circa il semaforo è spento, in attesa di riparazione". E ancora il problema delle fogne. "Il borgo di San Lorenzo, per intenderci di fronte alla chiesa - continua la nota stampa - scarica praticamente a cielo aperto, e in proprietà privata. Da anni si prova a trovare una soluzione, e un intervento risolutivo è stato presentato al Comune di Vasto, circostanziato con un progetto pressoché esecutivo, che l'amministrazione locale ha fatto proprio, riconoscendone la valenza progettuale e di pubblica utilità. Bisogna fare solo i lavori che non partono, nonostante le assicurazioni pre-elettorali". Una situazione che sta andando avanti da molto tempo nonostante le promesse di campagna elettorale. "Da subito abbiamo chiarito all'amministrazione comunale il nostro intento nell'essere propositivi, con richieste mirate e limitate dal punto di vista economico, proponendo un avanzamento dei lavori 'diluito' nel corso del tempo e secondo le possibilità dell'amministrazione. Ma ciò non è avvenuto. Il nostro atteggiamento - concludono i rappresentanti del Comitato - non è conflittuale nei confronti dei nostri amministratori comunali, ma la sicurezza non può più aspettare e altrettanto la necessità di salute pubblica".