"Ci chiediamo, perché nessuno chiama in causa l’ATO regionale? Perché i rappresentanti vastesi in Regione, perpetuando così i risultati di anni di assenza, non hanno preso alcuna posizione e non hanno sollecitato il suo intervento? Perché, considerato che è il caso di far sedere tutti gli enti competenti attorno ad un tavolo, non viene indetta una “Conferenza di Servizio” per affrontare il problema degli scarichi a mare di Vasto Marina, invece che assistere soltanto al richiamo circa le competenze?". Sono queste le domande che si pone Massimo Desiati, capogruppo di Progetto per Vasto in Consigilio comunale. Sotto la lente di Desiati anche il rapporto tra il Comune e il Circomare. "Circomare Vasto ci fa sapere di aver interessato l’ARTA (Agenzia Regionale per la Tutela Ambientale) per nuovi prelievi di campioni di liquido dallo scarico a mare apertosi, in queste ore, sulla spiaggia, in piena zona centrale. L’ufficio marittimo - continua Desiati in un comunicato stampa - avverte di essere stato allertato e di essere subito intervenuto ordinando le analisi. Poi, si prodiga nel ricordare i doveri del Comune per la circostanza: 'Il Comune di Vasto è l’ente competente per la gestione del demanio marittimo, per la manutenzione della rete fognaria, nonché per l'eventuale emanazione di provvedimenti di interdizione alla balneazione'. Ora, che i rapporti tra i due enti (Circomare e Comune) non siano idilliaci lo si è capito da subito, dopo l’evidenziarsi del primo problema, quello di Fosso Marino, solo qualche giorno fa. Sul richiamo nessuna censura, s’intenda, ma, come spesso avviene, è il tono a far la musica. Il richiamo al dovere è sempre opportuno però sembra che la sottolineatura serva più a circoscrivere le competenze dell’Ufficio marittimo che altro. Come a dire: noi il nostro compito l’abbiamo svolto, il resto tocca a voi. E sarebbe anche legittimo se la cosa non suonasse come presa di distanze. D’altronde, chi non è distante da codesta Amministrazione?! A questo punto, considerando che le competenze sono di più enti e che non è possibile rimarcare soltanto le proprie per risolvere il problema, vale la pena ricordare che nessuno ha menzionato o sollecitato l’ATO regionale, che è, poi, il consorzio il cui compito è quello di 'programmare, affidare in gestione e controllare il “servizio idrico integrato”, cioè l’insieme dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione in tutte le loro fasi. L’Ato (infatti) elabora il piano nel quale si prevedono gli obiettivi da raggiungere, gli investimenti da fare e i loro tempi di realizzazione, la struttura del gestore e la sua organizzazione territoriale, la tariffa del servizio e il suo andamento nel periodo di piano'. La Sasi - conclude Desiati - pur chiamata in causa, è soltanto il gestore del servizio e l’Ato ha il dovere di controllare che esso venga svolto secondo quanto previsto nel Piano e nella convenzione di affidamento".