A fine ottobre 2006, a Torino, si celebrerà Terra Madre, l'evento mondiale teso alla salvaguardia della biodiversità in tutti i suoi aspetti, specie animali e vegetali, cibi che hanno determinato nel corso dell'evoluzione umana vere e proprie comunità del cibo. In sostanza prima dell'avvento della globalizzazione in un luogo si consumava per la quasi totalità cibi del territorio. Oggi la questione si presenta drammaticamente in quanto se vogliamo aiutare il nostro pianeta Terra a sopravvivere dobbiamo cominciare a fare i conti con quanto costa in termini di energia consumata il cibo che portiamo in bocca. Questo è quanto ha riportato di recente in una sua visita nel comprensorio del Vastese, Carlo Petrini, il fondatore di Slow Food, analizzando i primi dati di 1.500 università prestigiose di tutto il mondo che su incarico dell'Onu hanno studiato la salute della terra. Il dato singolare è che nei prossimi 300 anni l'Homo Sapiens rischia l'estinzione per un motivo semplice: non saprà e non potrà più procurarsi il cibo se continuerà a comportarsi come nell'ultimo secolo passato. I dati della ricerca dicono che nell'ultimo secolo l'uomo ha immesso pesticidi e defertilizzato la terra quanto nei primi duemila anni dell'era moderna. Da queste premesse Di Lello Luigi con l'Accademia della Ventricina anni fa è partito alla difesa dell'omonimo prodotto ma anche per affermare l'entroterra vastese come comunità del cibo che nel corso della storia evolutiva aveva affermato strategie di produzione e consumi alimentari che le hanno permesso di arrivare fino ad oggi. E la ventricina del Vastese è uno di quei prodotti rimasti integri a rappresentare parte della biodiversità del nostro territorio. Oggi, alle 20.30 a Scerni, negli spazi all'aperto della Fattoria dell'Uliveto, si realizzerà un inno alla biodiversità, infatti tutti i presidi Slow Food d'Abruzzo, come la Ventricina del Vastese, le Lenticchie di Santo Stefano di Sessanio, il Pecorino di Farindola, le Mortadelle di Campotosto ed il Canestrato di Castel del Monte si offriranno agli appassionati delle tipicità e del cibo territoriale. ''E' con viva soddisfazione - dice Di Lello - che siamo riusciti in un colpo solo a portare la più bella e buona produzione tipica della regione a Scerni e soprattutto farla mangiare. Nella serata con produttori, esperti ed amministratori proporrò di costituire a Scerni, presso l'Istituto Tecnico Agrario, una sede per l'agro-alimentare regionale. Il centro per l'agroalimentare dovrà essere dotato di esperti per rilanciare il settore su nuove strade. Troppi prodotti territoriali aspettano ancora di essere valorizzati: il Vino Cotto, il Ratafià del Pescarese, la Ragnata di Cupello, le Lumache di Scerni, sono solo alcuni esempi. Da un agro- alimentare forte e diversificato scattano i presupposti per fare e sviluppare meglio il turismo''.