"Non sia un triumvirato ad analizzare a porte chiuse l'esito di questo ballottaggio, facciamolo aprendoci ai nostri elettori e simpatizzanti, ascoltando le loro voci". Dal centrodestra è Guido Giangiacomo, il più votato nel Popolo della Libertà al primo turno, a 'scuotere' la coalizione nel 'day after' della sconfitta di Della Porta. Sintetizza su diversi aspetti le sue considerazioni Giangiacomo. "Intanto - dice - la colpa non è dei singoli e 3.500 voti di differenza tra Lapenna e Della Porta, il 15% dell'elettorato, credo che non siano così facili da controllare. Mario Della Porta, poi, non era un candidato 'malvagio' e basti pensare che in termini percentuali ha superato il risultato di Giuseppe Tagliente al ballottaggio di 5 anni fa. Il problema vero - rimarca - è lo scollamento totale tra il corpo elettorale del centrodestra e la classe dirigente, con scelte che non vengono più avallate e sostenute. C'è un rapporto da ricostruire e questo passaggio va fatto subito. Ora non possiamo pensare di andare al mare e rivederci tra qualche mese per programmare le future assemblee. Si deve agire presto". Giangiacomo individua in un incontro pubblico aperto alla partecipazione ed ai commenti dei simpatizzanti del centrodestra un'occasione importante per avviare un nuovo percorso. "Va convocato immediatamente, entro sabato, domenica al massimo. Un incontro aperto alla base, in cui ognuno sia libero di dire la sua senza dare deleghe. E se non si fa questo sono pronto ad assumere un impegno personale in tal senso".