'No' del Ministero del'Ambiente e della Tutela del Mare alla perforazione del pozzo di ricerca 'Elsa 2', come richiesto dalla società Petroceltic Italia. A dare comunicazione del parere negativo espresso dal Ministero è la prof.ssa Maria Rita D'Orsogna, docente dell'Università di Los Angeles, in prima fila nella 'battaglia' condotta contro i rischi di petrolizzazione della costa abruzzese. D'Orsogna, tra l'altro, sarà a Vasto giovedì pomeriggio per prendere parte ad un incontro sul tema 'Petrolio o Parco', che si terrà nell'oasi della piccola pesca nelle vicinanze del pontile, dalle 18.30, sulla spiaggia della Marina. "Il pozzo - sottolinea - sarebbe dovuto sorgere a pochi chilometri dalla riviera vastese e da Punta Aderci. Fra le motivazioni che hanno portato alla bocciatura di 'Elsa 2' anche l'invio di numerose osservazioni di cittadini, enti pubblici e locali, tutte coordinate via internet e Facebook nel settembre del 2009. Come già rimarcato dai cittadini e poi confermato dal ministero, la 'Petroceltic' aveva omesso di presentare una analisi approfondita della possibile sedimentazione e inquinamento di materiale tossico, della possibilita' di rumori molesti, di possibili danni dovuti alle specie ittiche per l'uso di air gun e della possibile subsidenza indotta. Come cittadini - prosegue - siamo felici di questo risultato che dopo l'accantonamento del Centro Oli di Ortona e la bocciatura del pozzo Ombrina Mare a Rocca San Giovanni mostra ancora una volta quanto importante sia la partecipazione civica, l'attivismo intelligente dal basso e una opinione pubblica bene informata". La conclusione: "Ringraziamo di cuore quanti si sono adoperati per l'invio di osservazioni, incluse le amministrazioni locali e la Provincia di Chieti. E' una vittoria dell'Abruzzo e della sua gente e di nessun partito politico in particolare. E' importante ora continuare a lavorare per fermare altri pozzi di petrolio e strutture minerarie, nel basso Vastese, a Montesilvano e ai piedi del lago di Bomba. Sopratutto è importante giungere ad una definitiva perimetrazione del Parco della Costa Teatina, uno strumento che ci aiuterà a proteggere la costa per le generazioni future, non solo dagli speculatori del petrolio, ma anche da quelli, non meno insidiosi, dell'edilizia selvaggia".