Entrano nel vivo i festeggiamenti in onore della Madonna di Pennaluce. Oggi pomeriggio, alle 15.30, la statua della Madonna, verrà riportata in processione dalla chiesa di San Paolo Apostolo alla propria chiesa a Punta Penna. Ma il clou dei festeggiamenti è il giorno seguente con la sempre caratteristica e suggestiva processione in mare. Alle 8.30 la statua verrà portata fino al porto dove verrà imbarcata su un motopeschereccio (un tempo sulle paranze) e partirà seguita dalle altre imbarcazioni in una lunga processione fino all’altezza di Vasto Marina. Al rientro, la statua della Madonna verrà riportata in chiesa e farà seguito la Santa Messa celebrata da don Gianni Sciorra. Una festa molto sentita, per una Madonna assai devota dai vastesi, in un luogo incantato, almeno fino agli anni Cinquanta, quando c’era ancora lo scoglio spaccato e non c’erano i palazzi o i silos a contaminare la zona, ha ispirato nel tempo molti poeti. Oggi vogliamo proporvi una bella poesia di Rosa Marcantonio, pubblicata negli anni ’50 sull’Histonium di Espedito Ferrara, che ripropone in versi semplici la leggenda del trafugamento della statua della Madonna da parte dei Turchi, poi ritrovata in chiesa, mentre la loro barca andava a fondo, e del suono di una campana, adagiata sul fondo del mare, che si ode il Lunedì dopo Pasqua. Leggenda di Punta Penna Così narrano i vecchi marinai: Vennero i Turchi e alla chiesetta nostra Involaron la statua prodigiosa Della Vergine Santa. Era di Pasqua Il dì seguente. I saraceni ladri Tolsero su dal tetto la campana E rifuggiron per la via del mare. Vogavan lesti sopra l’acque nostre Quando videro alzarsi sopra loro Un vapor bianco e ritta sopra quello La statua di Maria. Ella i suoi figli Non volle lasciar per gl’infedeli crudi E con gli angeli suoi torna alla chiesa. Raggia la nube lume non terreno, L’acqua si ferma dove passa Lei Tremula, riverente, impallidita… Sbigottirono i Turchi alto levando Le roche voci e di vendetta in tema La pia campana ascosero nel mare. Ora, al dì dopo Pasqua, si solleva Dal fondo mar la tinnula campana Per ricordare agli uomini il prodigio. E l’acqua che mirò passar Maria, Commossa ancor tanto avvenimento, Impallidisce e t’indica la via.