Chi sbaglia paga e, in questo caso, la 'riparazione' può avvenire mettendosi al servizio della pubblica amministrazione con finalità sociali. E' il senso della convenzione stipulata questa mattina al Palazzo di Giustizia di via Bachelet, tra la Provincia di Chieti ed il Tribunale di Vasto, per lo svolgimento di lavori socialmente utili da parte di chi subisce una condanna per guida in stato di ebbrezza. A sottoscriverla i presidenti della Provincia e del Tribunale, Enrico Di Giuseppantonio e Antonio Sabusco, alla presenza, tra gli altri, del procuratore capo Francesco Prete, dei magistrati Rita D'Arcangelo e Fabrizio Paquale, di alcuni avvocati del locale Foro e del consigliere provinciale vastese Etelwardo Sigismondi. "Con la recente modifica dell'articolo 186 del Codice della strada - spiega lo stesso Sigismondi - è stata introdotta la possibilità di sostituire la pena detentiva e pecuniaria con il lavoro di pubblica utilità". In pratica i condannati potranno essereo impegnati nell'assistenza sociale, in attività di volontariato a beneficio di tossicodipenti, anziani, disabili, minori ed extracomunitari, oppure nello spazzamento delle strade e nella pulizia di aree verdi o per finalità di protezione civile e organizzazione di manifestazioni in ambito di promozione culturale e turistica. "Vantaggi ce ne sono - aggiunge Di Giuseppantonio - sia per il condannato che usufruisce dell'estinzione del reato, della revoca della confisca dell'auto, del dimezzamento del periodo di sospensione della patente, sia per l'ente che potrà utilizzare gratuitamente queste persone per lo svolgimento delle attività che riterrà opportune". Lo strumento, alternativo alla pena si applica una volta sola e non in caso di incidenti stradali. Chi svolge male, o per niente, il lavoro sociale può vedersi riapplicata la pena. "Così si tende alla vera rieducazione del condannato", conclude Di Giuseppantonio. Stessa iniziativa è stata proposta anche in accordo con i Tribunali di Lanciano e Chieti.