Giuliano Palma & the Bluebeaters si esibiranno lunedì 31 luglio a San Salvo, nella cornice di piazza San Vitale, nell'ambito della rassegna musicale itinerante ''Cammini Europei''. L'inizio del concerto è previsto per le ore 21,30. ''Long Playing'' è l'ultimo album dei Bluebeaters, uscito a fine settembre. Racconta Giuliano Palma: «All'inizio volevamo intitolarlo ''Rock And Roll'' perché più di una canzone arriva dalla scena rock e questa è una novità rispetto a ''The Album'' (il precedente cd, ndr), in cui il genere era rappresentato solo dal pezzo di Gene Simmons ''See You Tonite''. Poi però il titolo è diventato ''Long Playing'' perché ci sono ben 22 tracce, anche se lo spirito rock and roll rimane perché in fondo è come siamo noi: soprattutto in tour diventiamo selvaggi, un po' zingari. Credo che tutto ciò sia finito nel disco: era importante per me che i brani fossero tanti e fossero quelli che in quel momento mi ispiravano di più. È un disco che arriva dalla voglia di musica, in primo luogo la nostra». Il primo singolo estratto da ''Long Playing'' è stata la cover di ''Messico e nuvole'' di Paolo Conte. I Bluebeaters affondano le radici a Torino nel 1993: i Fratelli di Soledad volevano Giuliano Palma per cantare dal vivo ''Col sangue agli occhi'', brano tratto dal loro album ''Gridalo forte''. Pareva che dovesse andare così: un solo brano e un solo concerto, e invece era solo l'inizio. Nacque in quel momento l'idea di una live band, di un gruppo formato da elementi di Casino Royale, Africa Unite e Reggae National Tickets, appassionati di rocksteady giamaicano e soul americano: «Ci guardiamo in faccia - raccontavano i Bluebeaters qualche anno fa - e cominciamo a suonare la colonna sonora di ''The Harder They Come'', poi ''Redemption Song'', ''54-46'' di Toots, ma anche ''Love is the Law'' degli stessi Casino Royale». Il nome scelto è un omaggio alla musica giamaicana degli anni '60, il ''bluebeat''. I Bluebeaters non suonano solo classici dello ska, ma riarrangiano anche brani commerciali con la stessa disinvoltura: ''Believe'' di Cher ne è un esempio celebre. «Per definire i Bluebeaters - spiega Palma - userei una metafora che ci segue ormai dall'inizio: la buona cucina. La nostra musica è per buongustai, sia rispetto alla scelta delle canzoni che agli arrangiamenti. Noi siamo i cuochi. All'inizio facevamo ska, poi quando siamo arrivati ai Bluebeaters abbiamo deciso che avremmo continuato su quella strada, ma come si faceva negli anni '60, con un'attenzione a certi dettagli tecnici che solo i veri appassionati avrebbero potuto cogliere. L'intenzione dichiarata era di ripescare i pezzi più interessanti partendo dallo ska degli anni '60 e '70 e allargandosi via via a tutti i generi, hip hop compreso. Per quanto riguarda la scelta dei brani, il criterio fondamentale è che si tratti di brani che mi emozionino e che mi permettano un'interpretazione intensa». L'organizzazione è curata dall'associazione culturale ''Lightship'' di Vasto.