L’uomo che dava nomi al grano se n’è andato all’improvviso. Forte e semplice come la sua terra, rigoroso e limpido come pochi. Natale Di Fonzo era nato a Scerni, 60 anni fa. Fino all’estate scorsa era a Roma, al Ministero dell’Agricoltura, a dirigere il Dipartimento di Biologia e produzione vegetale del Consiglio Nazionale per la Ricerca e la Sperimentazione. E tutta la sua vita l’ha dedicata alla genetica vegetale, in particolare al lavoro per il miglioramento dei cereali. La terra e la scienza, indissolubili sin dagli anni all’Istituto Agrario di Scerni, dove si era diplomato nel ’69. E poi la laurea – in Agraria, con lode - alla Cattolica di Piacenza. Di qui il via alla ricerca, con esperienze negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Germania, in Spagna e poi negli istituti di Fiorenzuola d’Arda, di Bergamo e a Foggia, sempre mantenendo legami con scienziati di tutto il mondo, compresa l’Africa. In Puglia è rimasto per quasi 15 anni. Quando lo incontravi a ridosso dell’estate sapevi che era inutile chiedergli dove sarebbe andato in vacanza. La sua massima gratificazione era in quello che faceva, nelle domeniche passate a svolgere anche i lavori più umili in istituto. E negli anni arrivano Turchese, Chiara, Sorriso, Sfinge, Ghibli e altre ancora. Varietà di frumento, brevetti, il grano che si fa migliore. La schietta essenzialità del seme, la bellezza di una umile e potente fertilità. La terra e la scienza erano inestricabili, dentro Natalino. La fiducia perseverante e disinteressata nella ricerca, nel futuro e assieme la sapienza delle sue radici vivono, in chi lo ha conosciuto e gli ha voluto tutto il bene che merita. I funerali di Natalino si svolgeranno a Scerni oggi pomeriggio, lunedì 21 febbraio alle 15.30, nella chiesa parrocchiale di San Panfilo.