Mario Orfini è un vastese trapiantato a Roma da anni: ha vissuto lontano da Vasto, girando il mondo in ogni senso, da nord a sud, da est ad ovest, sempre attento a tutti i nuovi temi che si affollavano con “violenza” nelle coscienze dei giovani italiani da ogni parte del mondo. Fotografo e regista (“Porci con le ali”, “Il pap’occhio” o “Mamba” per citare alcune delle sue realizzazioni più note), è stato insignito del 'Premio San Michele' conferitogli in occasione del decennale della costituzione della Associazione Culturale San Michele nel 2006. L'ultimo suo libro, che raccoglie una serie di foto in bianco e nero degli anni '60, si intitola "Anni Felici". In esso, in qualche modo, si può fare un parallelo con “Formidabili quegli anni” di Mario Capanna nel senso che ad una descrizione in chiave politica degli avvenimenti raccontati da Capanna, “si contrappone” una descrizione di cinque anni di vita italiana, e milanese in particolare, attraverso fotografie che vengono “interpretate” dal lettore in modo autonomo e comunque vicino alla sua formazione politica. Sono scatti che riprendono personaggi e avvenimenti degli anni tra il 1964 ed il 1969: Kerouac e Quasimodo, Montale e la Greco, i funerali di Togliatti e gli emigranti a Milano in una atmosfera piena di fermenti. Cosa vuole proporre Orfini: forse la sua “delusione”, la nostalgia di quegli “anni felici”, vuole in qualche modo tornare indietro in quelli che per lui erano i primi passi verso la realizzazione dell’Utopia: ed in questo c’è il sottile filo che lo lega agli stessi anni (almeno in parte) mitizzati da Capanno. Il bello di quegli anni era la felicità che si intravedeva: oggi Orfini li offre alla nostra attenzione, ai nostri ricordi, alla nostra riflessione attraverso le sue magnifiche foto sperando, vanamente, di poter intravedere la stessa speranza di felicità di allora.