LE SFIDE EDUCATIVE DI UNA SOCIETà IN COMPLESSO MOVIMENTO

Conferenza del prof. Rebellato al Liceo 'Pantini' di Vasto

Luigi Medea
08/02/2011
Attualità
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In occasione dell’iniziativa “Scuola Aperta”, una interessante conferenza sul tema della scelta formativa pertinente e su come affrontare le sfide della complessità nella società che cambia è stata tenuta, Sabato 5 febbraio, presso il Liceo “Romualdo Pantini” dal prof. Franco Rebellato, membro del Comitato Tecnico Scientifico di Alma Diploma (Bologna) e direttore responsabile della rivista “Storia e Cultura”. A presentare l’illustre oratore è stata la prof.ssa Letizia Daniele, dirigente scolastico del Liceo, la quale ha tenuto anche a precisare che l’Istituto “Pantini” ha recepito la riforma scolastica per l’anno 2010-2011 con i seguenti percorsi formativi: Liceo Linguistico e Liceo delle scienze umane (opzione base e opzione economico-sociale), mantenendo per scorrimento i tre precedenti indirizzi liceali con corsi di studi quinquennali: Liceo socio-psico-pedagogico, Liceo Linguistico e Liceo delle Scienze Sociali. Rebellato ha iniziato il suo intervento, con l’utilizzo di alcune slide, dicendo che oggi bisogna guardare alla scelta non più con i parametri di tempo, ma tenendo conto dei cambiamenti. Per cui bisogna essere attenti al nuovo, cioè: Riforma Gelmini, rivisitazione del rapporto con la famiglia e con il territorio, requisiti di accesso. “I nostri figli – ha continuato – sono i ragazzi… dello zaino e i nativi… digitali. Una generazione, quindi, diversa dai ragazzi 'narciso' degli anni ’80 (con riflusso nel privato), seguita, poi, dai ragazzi 'Peter Pan' (con infantilismo prolungato) e dai ragazzi invisibili (con soggettività nascosta)”. Da qui l’importanza di conoscere le difficoltà e la inadeguatezza in cui si trovano oggi la famiglia e la scuola e di sapere cosa (più che come) si vuole dare ai figli. Scendendo sul piano concretamente scolastico, Rebellato ha sottolineato quattro idee-forza che devono essere tenute presenti: il nuovo obbligo di istruzione (competenze di base comune fino a 16 anni; formative fino a 18); basta con gli accumuli e gli appesantimenti dell’orario (massimo 30 ore settimanali); l’autonomia; l’aggancio tra tradizione e modernità, puntando soprattutto sul metodo sperimentale. “Che mondo sarà nel 2020, quando i nostri figli dovranno costruirsi una vita lavorativa?” si è chiesto a questo punto Rebellato. Ecco la sua risposta: si prevede una forte carenza di competenze elevate e intermedie legate ai nuovi lavori, come si prevede un forte disallineamento complessivo dell’offerta formativa rispetto alle richieste del mercato di lavoro. Su cosa, allora, bisogna puntare? Su prospettive che semplifichino i percorsi di studio e siano indirizzate a una maggiore occupabilità. Quindi l’importanza della formazione di tipo liceale che apre al futuro, perché non è specialistica, insegna ad imparare e punta sulla persona. Certamente la sfida, ha concluso Rebellato, sta nell’impegno della scuola di interfacciarsi sempre di più col territorio e di realizzare nuove competenze per nuovi lavori, in particolare quelli socio-culturali, tecnici e manageriali.

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